Venticinque anni di Forza Italia. Venticinque anni, si può dire, di Silvio Berlusconi in politica. Il 18 gennaio 1994 l’imprenditore milanese, fondatore dell’azienda televisiva privata Mediaset, apparve sulla scena segnando, da quel giorno in poi, un percorso fatto di successi e cadute.
Al di là del credo politico, non si può non dire che Silvio Berlusconi, con il suo partito di centrodestra, sia stato una personalità importante e che abbia segnato la storia della Seconda Repubblica. Vita pubblica, privata e vicende giudiziarie si sono intrecciate continuamente nel corso di questo quarto di secolo e il cinema, sempre attento sull’attualità, non poteva restare indifferente di fronte a un personaggio del genere.
Forza italia, confluito nel Popolo della libertà e poi di nuovo con il nome originale, è stato un partito che ha seguito di pari passo le scelte del Cavaliere. Ecco come la settima arte ha raccontato il partito azzurro e il suo presidente.
“Aprile” – Nanni Moretti (1998)
1994. Silvio Berlusconi ha appena vinto, per la prima volta, alle elezioni politiche. Ad annunciarlo in televisione, tra i fedelissimi, è Emilio Fede. Nanni Moretti (che nel film interpreta se stesso) vuole a tutti costi raccontare l’ascesa dell’imprenditore, il conflitto di interessi e il trionfo della destra con un documentario. Ma l’opera non verrà mai conclusa. Tra le cause la nascita di un figlio e il cambio dello scenario politico.
Moretti torna a parlare di Silvio Berlusconi, ma stavolta in maniera più marcata suscitando numerose polemiche. Bruno Bonomo (Silvio Orlando) è un produttore cinematografico in crisi. Per risollevare la sua azienda decide di finanziare un film che parla della vita del Cavalierie (Nanni Moretti), titolato appunto Il caimano. Nel corso della realizzazione, però, incontrerà diversi problemi e riuscirà a girare solo una scena, quella finale, in cui Berlusconi è in tribunale durante una sentenza e viene condannato a 7 anni. I sostenitori del leader di Forza Italia si scaglieranno sui giudici.
Alla pellicola partecipano diversi registi in veste di attori: Paolo Virzì, Giuliano Montaldo, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino.
“Videocracy (Basta apparire)” – Erik Gandini (2009)
Il documentario Videocracy, diretto da Erik Gandini, riflette sulla potenza della televisione. In Italia, poiché è tra le prime fonti di informazione, contribuisce alla formazione delle idee delle persone. Parlando di tv, ovviamente, non si può non citare l’impero costruito da Berlusconi. E il film affronta il tema evidenziando come sia in realtà anche un modo per rafforzare il suo potere politico.
Tra i personaggi citati nel film ci sono Lele Mora e Fabrizio Corona.
“Silvio Forever” – Roberto Faenza e Filippo Macelloni (2011)
Un altro documentario, ma stavolta firmato da Faenza e Macelloni. Silvio Forever è una ricostruzione della figura del presidente di Forza Italia e racchiude molti filmati d’epoca. Memorabile l’intervista fatta da Enzo Biagi, nel 1987, a Berlusconi e il discorso sulla sua discesa in campo trasmesso su tutte le reti televisive.
Alla sceneggiatura hanno lavorato Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, due giornalisti, che avevano anche scritto il libro-inchiesta La casta.
Diviso in due parti, così come la critica, anche Paolo Sorrentino racconta Silvio Berlusconi (interpretato da Toni Servillo). Forza Italia non è più al governo. Il Cavaliere è in crisi con la moglie, Veronica Lario, che poco dopo lo lascia. E intanto un imprenditore di Taranto, che gestisce alcune escort, prova in tutti i modi a conoscere Berlusconi.
Il presidente, nella seconda parte, riesce a salire di nuovo a capo dell’esecutivo nel 2008. Nel privato è un uomo solo. Ma in politica è circondato da diversi sostenitori e dovrà affrontare una delle emergenze più grandi del momento, il terremoto dell’Aquila.
Un Berlusconi evanescente nella prima parte, umano nella seconda.