Fin dai tempi delle Destiny’s Child, Beyoncé è stata accusata di plagio in diverse occasioni.
Che si sia trattato di attribuirsi il merito per canzoni diventate grandi hit ma non scritte da lei, copiare la coreografia di altri artisti in giro per il mondo o non citare i produttori responsabili del successo di un proprio pezzo, la famosissima popstar ha spesso ricevuto serie accuse.
Quel riff in Bootylicious delle Destiny’s Child (2001)
Ancora ai tempi in cui era la cantante del gruppo R&B Destiny’s Child insieme a Kelly Rowland, Michelle Williams, LaTavia Roberson, LeToya Luckett e Farrah Franklin, Beyoncé si era distinta per una bugia raccontata su una delle canzoni più famose del gruppo, Bootylicious.
In un’intervista presente nel DVD di I Am Yours, Beyoncé aveva infatti detto che l’idea di usare il famoso riff di chitarra da “Edge of Seventeen” di Stevie Nick, che si sente spesso nella canzone del gruppo pop, era stata sua.
“Era il 2000 ed eravamo in viaggio per il Giappone”, aveva raccontato. “E ho trovato questa canzone di Stevie Nick. Qualcosa in quel suo riff di chitarra mi ha ricordato una donna formosa…e ho detto: ‘Scriverò una canzone che celebra le curve delle donne'”.
L’idea, però, non era stata veramente sua, ma del produttore Rob Fusari. Fusari, arrabbiato dopo aver sentito le parole di Beyoncé, avrebbe chiamato il padre e manager della popstar, Mathew Knowles per chiedere spiegazioni.
“Ho chiamato Mathew e gli ho chiesto il perché. Mi ha spiegato, in un modo carino: ‘Le persone non vogliono sapere di Rob Fusari, producer di Livingston, New Jersey’. Senza offesa, ma non è così che si vendono gli album. Quello che fa vendere gli album è che le persone pensino che l’artista fa tutto”, ha raccontato Fusari.
Survivor, copiata da una canzone che si chiamava Glorious (2001)
Il produttore statunitense Terrence T-Robb Robison aveva chiesto alle Destiny’s Child un risarcimento di 200 milioni di dollari per la canzone Glorious, che aveva mostrato a Mathew Knowles, manager e padre di Beyoncé, nel 2000.
Robinson si aspettava che la canzone gli sarebbe valsa il successo di una carriera, ma il manager era scomparso nel nulla. Qualche mese dopo era uscita una canzone molto simile – Survivor, la più grande hit delle Destiny’s Child – senza però il nome o alcun riferimento a Terrence Robinson.
“So che ora sarei uno dei più grandi e riconosciuti produttori” se gli fosse stato riconosciuto il merito, aveva detto Robinson. Non si sa, però, che fine abbia fatto la denuncia.
Baby Boy, che le è valsa una denuncia (2003)
Nel 2003, l’autrice Jennifer Armour denunciò Beyoncé per plagio, dicendo che la sua Baby Boy era stata copiata da una demo che Armour aveva inviato all’etichetta discografica della popstar, Columbia Records. La canzone originale si chiamava Got a little bit of love for you.
Armour perse però il processo, perché non riuscì a provare che Beyoncé aveva veramente ascoltato la canzone prima di Baby Boy.
Il vero merito dietro a Crazy In Love (2003)
Crazy in love è una delle canzoni che ha più catapultato Beyoncé tra i grandi nomi del pop mondiale. La sua canzone del 2003 cantata insieme a Jay Z, però, non sarebbe esattamente tutta farina del suo sacco.
Secondo Beyoncé, infatti, la canzone era il frutto di una collaborazione geniale tra lei e il produttore Rich Harrison: “La cazone è venuta proprio dal fatto che un giorno in studio parevo pazza”, aveva raccontato. “Ho detto ‘I’m looking crazy right now” e il produttore Rich Harrison mi fa ‘Ecco, questa è la nostra canzone!'”.
Harrison, però, racconta la storia in modo un po’ diverso. Dopo aver suonato una bozza della canzone per la cantante, infatti, Beyoncé gli avrebbe detto: “Adoro l’idea. Ora scrivi la canzone, io torno tra due ore”. Quando la popstar è tornata, Harrison aveva già la parte strumentale e il testo – l’unica cosa che Beyoncé avrebbe scritto sarebbe il ritornello.
La bugia su Irreplaceable (2008)
Durante un concerto nel 2008, la cantante disse alla folla di fan di aver scritto “Irreplaceable” per tutte le donne. A scrivere la canzone, però, era stato l’artista Ne-Yo, che aveva però paura di cantarla perché “se la cantasse un uomo sembrerebbe un po’ misogina, un po’ cattiva”.
Intervistato al riguardo, Ne-Yo disse di non aver alcun problema con l’idea che Beyoncé si prendesse il merito per la canzone perché “ci aveva comunque messo del suo”.
La performance rubata a Lorella Cuccarini (2011)
Nel 2011 furono in molti a notare la strana somiglianza della performance di Beyoncé ai Billboard Awards a una coreografia che Lorella Cuccarini aveva messo in scena un anno prima.
Dopo diverse controversie, Beyoncé infine ammise che la coreografia di “Run the World” era stata copiata da quella della Cuccarini: “La mia makeup artist mi ha mostrato una performance di Lorella Cuccarini di un anno fa, e mi ha ispirato tantissimo”, ha detto in un’intervista.
Dal canto suo, Lorella Cuccarini aveva risposto di aver apprezzato le somiglianze e di starsi godendo l’attenzione di nuovi fan statunitensi.
Il video iconico di Countdown, copiato da una coreografa belga (2011)
I fan della coreografa e ballerina belga Anne Teresa de Keersmaeker hanno addirittura creato dei video che mostrano, passo passo, come molte scene dell’iconico video di Countdown di Beyoncé siano copiate passo passo dal balletto “Rosas danst Rosas” dell’artista belga.
Rispondendo a una domanda al riguardo per il New York Times, la popstar aveva detto che “chiaramente, ‘Rosas danst Rosas’ era una delle tante citazioni interne a Countdown. Era una delle fonti di ispirazioni che abbiamo usato per mettere in piedi il look e le sensazioni del video”.
De Keersmaeker, però, non era stata molto contenta della spiegazione. “Ci sono protocolli e conseguenze a certe azioni, e non posso credere che Beyoncé e il suo team non ne siano a conoscenza”, aveva detto, rifiutandosi di considerare il plagio come un omaggio.
Le coreografie copiate del Formation World Tour (2017)
L’anno scorso la ballerina e coreografa Marlyn Ortiz aveva pubblicato su Instagram un post in cui accusava Beyoncé di aver rubato le sue mosse di ballo, usate per delle coreografie del Formation World Tour, dal lavoro della sua crew, De La Guarda.
“Beyoncé ha osato rubare esattamente gli stessi concetti e coreografie da altri veri geni creativi. Hai ruvato da @breakingsurface, hai rubato i passi da #delaguarda @fuerzabrutanyc. Va bene ispirarsi, ma almeno prova a metterci qualcosa del tuo”, aveva scritto, aggiungendo poi che almeno riconoscere loro il merito sarebbe stato carino.
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