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È morto Beppe Bigazzi, volto storico de La prova del cuoco

Beppe Bigazzi
Di Clarissa Valia
Pubblicato il 9 Ott. 2019 alle 17:20 Aggiornato il 9 Ott. 2019 alle 17:45

È morto Beppe Bigazzi, volto simbolo de La prova del cuoco

Beppe Bigazzi è morto, aveva 86 anni. Il volto storico del programma televisivo La Prova del Cuoco era malato da tempo.

Nel 2013 il giornalista e gastronomo era tornato al programma di Rai1 con Antonella Clerici e Anna Moroni.

Giuseppe Bigazzi, conosciuto da tutti come Beppe, è diventato famoso al grande pubblico quando conduceva al fianco di Antonella Clerici, La prova del cuoco su Rai1.

L’annuncio della morte arriva dall’amico e chef Paolo Tizzanini con cui aveva lavorato ad Alice Tv.

“A cerimonia avvenuta vi comunico la perdita di un amico fraterno un grande uomo in tutti i sensi”, ha scritto su Facebook lo chef Tizzanini del ristorante L’Acquolina di Terranuova Bracciolini.

Giuseppe “Beppe” Bigazzi ha iniziato la sua carriera da gastronomo e giornalista nella redazione de Il Tempo, dove ha curato la rubrica “Luoghi di Delizia” dal 1997 al 1999.

Nel 1997 ha pubblicato il libro “La Natura come Chef” che vinse il premio “Verdicchio d’oro”.

In tv, oltre alla Prova del Cuoco, Beppe Bigazzi  ha curato dal 1995 al 2000 la rubrica “La borsa della spesa” all’interno del programma Unomattina su Rai 1.

Nel 2000 Bigazzi ha partecipato a “La prova del cuoco” insieme ad Antonella Clerici. Più tardi è passato a Sky, sul canale Alice, dove è stato co-conduttore del programma “Bischeri e bischerate”.

Nel 2013 era tornato alla “La prova del cuoco”.

Beppe Bigazzi e la polemica sulla ricetta del gatto in umido

Il 15 febbraio 2010 Beppe Bigazzi è stato sospeso da La Prova del Cuoco in diretta tv per un’affermazione che aveva provato scalpore.

Il gastronomo aveva citato un proverbio toscano “a Berlingaccio chi non ha ciccia ammazza il gatto” (tradotto, “il giovedì grasso chi non ha più carne da mangiare si ciba del gatto”) riferito a quando, nel passato, si mangiavano gatti per sopperire alla mancanza di proteine durante la fine del periodo invernale.

Il giornalista aveva dato al pubblico una ricetta sui gatti, “La ricetta del gatto in umido”. In seguito a quell’episodio venne sospeso dalla trasmissione.

Bigazzi si era difeso “Negli anni ’30 e ’40 come tutti gli abitanti della Val d’Arno a febbraio si mangiava il gatto al posto del coniglio, così come c’era chi mangiava il pollo e chi non avendo niente andava a caccia di funghi e tartufi non ancora cibi di lusso. Del resto liguri e vicentini facevano altrettanto e i proverbi ce lo ricordano. Questo non vuol dire mangiare oggi la carne di gatto, ho solo rievocato usanze”.

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