La polemica era già impazzata sui social quando il celebre DJ Steve Aoki aveva suonato un remix di Bella Ciao in concerto a maggio. Ma ora, il celebre canto simbolo delle lotte partigiane in Italia sta facendo ballare la gente in tutta Europa, grazie a una serie di improbabili remix.
Uno dei più popolari canti antifascisti, Bella Ciao è diventata all’improvviso più famosa che mai in tutto il mondo per la sua importanza nell’amata serie spagnola La Casa de Papel (in italiano La Casa di Carta), in streaming su Netflix.
Nella serie, la canzone viene cantata dai protagonisti mentre si preparano ad assaltare la zecca di Stato spagnola, in una memorabile scena nel casale di Toledo.
Dopo la versione elettronica proposta da Steve Aoki in collaborazione con i colleghi italiani Marnik, hanno cominciato a moltiplicarsi soprattutto in Europa i remix più disparati del famoso canto della Resistenza italiana.
In Germania è hit dell’estate la rivisitazione house di Florent Hugel, un DJ francese che con questa canzone ha trovato un successo inatteso. La canzone è nelle classifiche tedesche da 10 settimane – al momento è al secondo posto – e su YouTube può vantare oltre 25 milioni di visualizzazioni.
In Francia, invece, lo sforzo è stato collettivo: il rapper Maître Gims ha infatti riunito degli altri artisti emergenti (Naestro, Vitaa, Dadju e Slimane) per realizzare un brano mezzo in francese, mezzo in italiano con sonorità a cavallo tra techno e reggaeton. A luglio, la canzone ha guadagnato il titolo di “singolo d’oro” dell’estate d’Oltralpe.
In Spagna la canzone invece è stata trasformata a ritmo di cumbia, uno sfrenato stile che viene dall’Argentina.
Anche durante i mondiali, tra l’altro, Bella Ciao è risuonata tra gli spalti degli stadi russi: a intonarla sono stati i brasiliani, per distrarre e prendere in giro gli avversari. Lì, il testo era stato sostituito con: “O Di Maria, e O Mascherano! e O Messi tchau, Messi tchau, Messi tchau tchau tchau!”.
La storia di Bella Ciao, prima dei remix e delle serie TV
Originariamente, il brano era una canzone folcloristica cantata dai simpatizzanti e dai membri del movimento partigiano italiano durante e dopo la seconda guerra mondiale che si batteva contro nazisti e fascisti che occupavano il suolo nazionale.
La canzone divenne famosa in tutto il mondo per la prima volta nel 1947, quando venne cantata dalle diverse delegazioni presenti al Primo festival mondiale della gioventù democratica, a Praga.
Nelle rivolte studentesche degli anni ’60 la canzone ottenne una rinnovata fama.
Secondo gli storici della canzone italiana Antonio Virgilio Savona e Michele Straniero, la fama di Bella Ciao si diffuse anche nel nostro Paese soprattutto dopo la Liberazione, piuttosto che durante la guerra.
La fortuna ottenuta da questo brano lo ha reso uno dei simboli storici della Resistenza italiana e dell’antifascismo unitario, ancora più di Fischia il Vento. Si ritiene che il motivo vada ricercato dietro al fatto che Bella Ciao non ha delle chiare connotazioni comuniste, parlando genericamente dell'”invasore” senza ulteriori riferimenti alla simbologia comunista.
Bella Ciao, il testo
Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor
O partigiano, portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
o partigiano, portami via che mi sento di morir.
E se muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e se muoio da partigiano tu mi devi seppellir.
Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
seppellire lassù in montagna sotto l”ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno e diranno: o che bel fior!
È questo il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
è questo il fiore del partigiano morto per la libertà
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