Entrare nell’esercito è una scelta difficile e faticosa. E, soprattutto da quando è stata eliminata la leva obbligatoria, è diventato piuttosto raro che un giovane scelga la carriera militare.
L’esercito, infatti, svolge un ruolo psicologico cruciale nelle vite delle reclute, allontanandole dalla vita civile, e immergendole nella vita nelle caserme.
Ma in una società in cui i giovani americani tra i 18 e i 34 anni che vivono in casa dei genitori sono di più rispetto a quelli che vivono con un partner o con dei coinquilini, era inevitabile che la vita da caserma cambiasse, almeno in parte.
Il cambiamento del Belgio
Il primo paese ad avanzare delle modifiche nella regolamentazione dell’esercito è stato il Belgio. L’esercito ha deciso di permettere alle reclute di tornare a dormire a casa nei giorni feriali durante gli allenamenti militari.
I soldati belgi avevano già il diritto di tornare a casa durante il fine settimana, ma i funzionari di Stato hanno pensato che un cambiamento del genere fosse necessario per attrarre i millennials e abbassare l’età media dell’esercito.
In effetti, i soldati belgi hanno in media 44 anni, e sono più vecchi di una decina di anni rispetto ai soldati francesi, tedeschi o britannici.
Molti veterani, tuttavia, sono inorriditi dall’iniziativa. Essi sostengono che la nuova regola potrebbe minare la coesione all’interno della caserma e costituire un pericoloso precedente per gli altri eserciti occidentali.
“Non vai in una zona di guerra con uomini che mancano alla loro mamma”, ha detto al sito statunitense Guardian Danny Lams, un ex paracadutista olandese e presidente di un’organizzazione di veterani.
“Dormivamo sulla terra fredda, sotto un telone che perdeva. Volevamo servire il nostro paese”.
“Se permetti alle reclute di tornare a casa durante la settimana, i militari vorranno presto una casa mobile nel caso in cui venissero mandati al fronte”, ha aggiunto.
Secondo gli esperti dell’Agenzia europea per la difesa, il Belgio è il primo paese nella moderna storia militare occidentale a fare una mossa del genere.
La situazione dell’esercito in Belgio
Attualmente, in Belgio, 2,6 persone su mille civili sono soldati, un numero inferiore a quello di molti dei suoi alleati della NATO. E l’età media è cresciuta.
“L’esercito fa bene a cercare di attirare più giovani, dato che molti soldati dell’esercito si ritireranno nei prossimi cinque anni”, ha detto l’ex colonnello delle forze armate belghe Roger Housen.
Ma l’obbligo di vivere in caserma, ha detto, non è stato il fattore principale che ha spinto i giovani ad allontanarsi dal mondo militare.
Secondo le statistiche ufficiali dell’esercito, infatti, il 20-25 percento delle reclute scelgono di rescindere i contratti in anticipo, ma solo il 16 percento di coloro che se ne vanno dichiarano di farlo per “motivi familiari”.
Ciò che ha fatto diminuire la partecipazione dei giovani, ha detto il colonnello Housen, è stato l’effetto dei tagli al budget dell’esercito belga negli ultimi decenni.
“I giovani non hanno le attrezzature adeguate, non hanno i mezzi per allenarsi in modo conveniente, non hanno le giuste guarnigioni, le giuste infrastrutture di formazione, non hanno la prontezza richiesta. In effetti, non possono fare le cose che vogliono fare e né ciò per cui sono entrati a far parte delle forze armate”, ha aggiunto.
La spesa militare del Belgio, come quota del prodotto interno lordo (PIL), è stata dello 0,91 per cento nel 2017. Numero in calo rispetto all’1 per cento nel 2010.
Quella del Belgio è la seconda percentuale più bassa nella NATO. Le linee guida della NATO richiedono che la percentuale venga rialzata al 2 per cento. La percentuale più bassa in assoluto è quella di Lussemburgo.