Angela da Mondello a Live Non è la D’Urso | VIDEO
Angela Chianello, la signora di Mondello diventata tristemente famosa per il tormentone negazionista “Non c’è ne Coviddi” in seguito a un’intervista rilasciata in estate sul litorale siciliano, è stata ancora una volta ospite di Barbara D’Urso. La signora ha deciso di recente di iscriversi a Instagram, superando in meno di 24 ore i 100mila follower e diventando protagonista (inconsapevole) di una sfida social contro il divulgatore scientifico Alberto Angela.
Intervistata a Live, Non è la D’Urso, Angela Chianello ha raccontato, in lacrime, perché la scorsa volta non è venuta in studio: “Ho avuto problemi con la giustizia, non potevo lasciare la mia regione. Adesso è risolto. La libertà non ha prezzo. Mio figlio stava male ho perso la testa e sono stata condannata per furto. Ho perso mio figlio dopo una lunga malattia. Come mamma mi sentivo nulla nel non potergli il funerale. Ho rubato in un negozio, l’ho fatto per lui. Non sono una spacciatrice né una criminale. Da quando è morto sono cambiata. Non accettavo la perdita di mio figlio e ho fatto tutto quello che ho potuto, anche sbagliando. Ora sono una donna diversa, non mi fa più paura nulla. Tutto quello che dicono mi scivola addosso. Vado avanti solo per mia figlia, che ha tredici anni, e per la mia famiglia”.
E agli attacchi Angela ha risposto: “Ho annunciato che il Covid non c’era, ora mi impegno affinché tutti possano indossare le mascherine. A Palermo avevamo pochi contagi quando ho detto quella frase in televisione. L’ho detto in maniera sbagliata, ma stavo scherzando”. E aggiunge: “Chi mi ha fatto diventare famosa? Non sono certo stata io. Ho detto una frase sbagliata, e mi sono vergognata. Sono stata per mesi a casa, avevo ansia e depressione, minacciavano me e mia figlia. Adesso basta. Mi sono stancata. Sono una persona umile, se mi proporranno qualcosa in televisione, ci andrò. Lo faccio solo per dare un futuro a mia figlia. Quello che dà fastidio di me è che sono diventata famosa su Instagram, in un mondo in cui è difficile diventarlo”.