La presentatrice televisiva Ambra Angiolini ha rivelato di aver sofferto in passato di bulimia e ha spiegato di esserne uscita grazie al lavoro in radio.
Intervistata durante il programma radiofonico I Lunatici, su Radio2, Angiolini ha parlato del suo rapporto con il cibo, di come la sua vita è cambiata da quando è diventata madre e della sua relazione sentimentale con l’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri.
“La bulimia è una malattia che ancora non è così riconosciuta come tale. Mangiare tanto o non mangiare proprio non è un capriccio”, ha raccontato. “Riuscii ad uscirne grazie alla radio, perché di notte una volta feci tutta una puntata su questo tema. Il cibo è la cosa più facile da trovare, riempie un vuoto”.
“Un po’ si resta bulimici tutta la vita”, ha sottolineato la presentatrice, divenuta famosa quando era ancora adolescente con il programma Non è la Rai.
“La bulimia vuol dire anche amare tantissimo, desiderare tanto di essere amata. Quando sono rimasta incinta di mia figlia Iolanda la fame d’amore si è finalmente placata”.
La prima volta che mia figlia ha dormito 8 ore di fila. Non dormiva da 8 mesi. Quella notte non ho dormito perché non credevo al fatto che lei dormisse. Quella fu la notte della rinascita”.
Quanto al rapporto con Allegri, Ambra ha spiegato che non segue mai le partite del compagno allo stadio.
“Ho delle cose scaramantiche, poi mi aiuta il fatto di vivere a Brescia, non ho subito il risultato diretto. Quando esce dallo stadio va a casa, va con i suoi amici, aspetto 48 ore. È un uomo molto serio sul lavoro”, ha detto.
Ma nell’intervista radiofonica è stato affrontato anche il tema della politica.
“Da cittadina, penso che noi potremmo fare e dovremmo fare di più. Dovremmo lamentarci di meno”, ha osservato Angiolini. “È facile dire che fa tutto schifo e che va tutto male. Poi c’è pochissima gente, tra quella che può, che fa davvero qualcosa di concreto”.
Immigrazione? Secondo Ambra, “la lamentela ormai è un vizio di forma. L’accoglienza è alla base di questo Paese, lo è sempre stata”.
“Noi siamo un popolo accogliente, forse anche troppo. Tutto questo però deve avere un ordine anche per noi. Forse la situazione è scappata di mano. Ora si è arrivati a un punto in cui bisogna mettere a posto le cose”.