Non si placa la tensione in Zimbabwe, dopo che tre persone sono morte mercoledì 1 agosto negli scontri tra i militari e i manifestanti dell’opposizione che ad Harare, la capitale, stavano protestando contro presunti brogli elettorali. L’esercito ha aperto il fuoco su chi era sceso in strada e ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla.
Il portavoce del Movimento Democratico per il Cambiamento (Mdc), Nkululeko Sibanda, ha condannato duramente l’esercito per aver sparato contro i manifestanti “senza una ragione apparente”.
È intervenuta anche la comunità internazionale: l’Onu ha lanciato un appello esortando “leader politici e popolazione dello Zimbabwe a respingere ogni forma di violenza in attesa della risoluzione delle dispute e dell’annuncio dei risultati elettorali”.
“Siamo preoccupati per le notizie di incidenti di violenze in alcune parti dello Zimbabwe”, ha sottolineato il portavoce Onu, Farhan Haq.
Un appello alla moderazione è venuto dall’ambasciata Usa, che si è detta “profondamente preoccupata” dagli eventi.
Emerson Mnangagwa, il presidente 75enne dello Zimbabwe, ha incolpato Mdc per le violenze in e ha accusato l’opposizione di volere “disturbare la pace nazionale” per interrompere il processo elettorale.
Il governo ha avvertito che “non ci sarà alcuna tolleranza” verso chi manifesta in strada per contestare i risultati del voto e ha ribadito che qualunque altra manifestazione dell’opposizione sarà repressa. “Non chiuderemo un occhio sugli scontri, come quelli che si sono verificati oggi”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Obert Mpofu nel corso di una conferenza stampa tenuta nella notte di mercoledì 1 agosto. “L’opposizione ha forse interpretato la nostra comprensione degli eventi come un segno di debolezza. Penso che stia testando la nostra determinazione ma stanno per commettere un grave errore”, ha aggiunto.
Il capo di stato, dopo che la commissione elettorale aveva dichiarato la vittoria del partito al potere Zanu-PF, aveva lanciato un appello alla pace, esortando tutti “a desistere da dichiarazioni e affermazioni provocatorie”.
Il partito al governo in Zimbabwe dal 1980, lo Zanu-PF, ha conquistato la maggioranza assoluta in Parlamento. Lo rivelano i risultati ufficiali, anche se non definitivi, delle elezioni legislative che si sono svolte lunedì 3o luglio, le prime dopo la caduta del presidente Robert Mugabe. I risultati ufficiali del voto, insieme al nome del nuovo presidente, sono attesi entro il 4 agosto.
Nelle 153 circoscrizioni di cui sono arrivati i risultati, lo Zanu-PF ha ottenuto 110 seggi, mentre il principale partito dell’opposizione MDC (il Movimento per il cambiamento democratico) ha vinto 41 seggi, ha riferito l’emittente pubblica ZBC, citando i risultati della commissione elettorale.