Dopo il viaggio di tre giorni in Russia per discutere con Vladimir Putin e presentare il suo piano di pace, e le aperture al dialogo con Volodymyr Zelensky, adesso Xi Jinping ha ricevuto un invito formale a Kiev: il presidente cinese si presenta al momento come il principale mediatore tra le parti in guerra, superando quanto fatto inizialmente da Erdogan, lungamente accreditato come punto di contatto tra Russia ed Ucraina.
“Siamo pronti a vederlo qui. Voglio parlare con lui. Ero in contatto con lui prima della guerra su vasta scala. Ma per tutto questo anno, più di un anno, non ci sono stati contatti”, ha detto Zelensky parlando di Xi Jinping. La Cina, va ricordato, non ha mai condannato formalmente l’invasione della Russia nelle varie risoluzioni Onu che sono state votate da un anno a questa parte. Sul campo invece tiene banco la questione intorno alla città di Bakhmut: “Se la città dovesse cadere nella mani delle forze russe – dice il presidente ucraino – Putin venderebbe questa vittoria all’Occidente, alla sua società, alla Cina, all’Iran”.
In un intervento ripreso dal Guardian, Zelensky ha poi fatto indirettamente riferimento a Donald Trump, che si è chiesto se Washington debba continuare a fornire all’Ucraina miliardi di dollari in aiuti militari: “Gli Stati Uniti devono capire davvero che se smettono di aiutarci, non vinceremo”. Anche il governatore della Florida Ron DeSantis, principale antagonista di Trump per la guida del Gop, ha suggerito che difendere l’Ucraina in una “disputa territoriale” con la Russia non sia una priorità per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.