Sabato 25 novembre sono arrivati in aereo a Sanaa, capitale dello Yemen, i primi operatori umanitari e aiuti cui è stato autorizzato l’accesso dopo il blocco imposto tre settimane fa dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita nelle aree controllate dai ribelli.
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L’annuncio è arrivato dal World Food Programme, l’agenzia Onu che si occupa di assistenza alimentare e umanitaria. La notizia è stata diffusa da Reuters.
Mercoledì scorso la coalizione che combatte contro i ribelli sciiti Houthi aveva annunciato la riapertura agli aiuti umanitari nei porti di Hodeidah e Salif sul Mar Rosso, oltre a dare il via libera all’atterraggio di voli delle Nazioni Unite a Sanaa.
Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno accolto positivamente la notizia, ma hanno avvisato che gli aiuti in arrivo per via aerea non saranno sufficienti a risolvere la grave crisi umanitaria in corso nel paese, dove circa sette milioni di persone stanno soffrendo la fame.
Il conflitto in corso in Yemen dal 2015, che vede contrapposti il movimento dei ribelli sciiti Houthi fedele all’ex presidente Ali Abdullah Saleh e la coalizione araba vicina al governo di Abdrabbuh Mansour Hadi, ha favorito la grave carestia e lo scoppio di un’epidemia di colera che, secondo i dati diffusi dal Comitato internazionale della Croce Rossa, potrebbe arrivare a colpire un milione di persone entro la fine del 2017.