Migliaia di yemeniti sono scesi in piazza nella capitale Sanaa per protestare dopo l’attacco aereo condotto dalla coalizione a guida saudita l’8 ottobre su un corteo funebre di ribelli Houti, che ha ucciso 155 persone e ne ha ferite oltre 500.
I manifestanti si sono riuniti davanti alla sede delle Nazioni Unite chiedendo l’apertura di un’inchiesta internazionale sul raid aereo. L’attacco è stato condannato dalle Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Il portavoce dei ribelli Houthi lo ha definito un atto di “genocidio”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha affermato che “qualsiasi attacco deliberato contro i civili è del tutto inaccettabile”, e ha chiesto che i responsabili siano chiamati a rispondere.
Gli yemeniti hanno gridato slogan e brandito armi nel corso della manifestazione anti-saudita.
I ribelli, oltre a scendere in piazza per manifestare il loro dissenso, hanno lanciato dei missili contro la provincia di Marib e contro la città di Taif, intercettati dalle forze saudite.
Lo Yemen è in una situazione umanitaria disperata secondo l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari Umanitari. Quasi tre milioni di persone sono state sfollate da quando è iniziata la guerra nel 2014.
Un recente rapporto delle Nazioni Unite stima che 3.799 civili siano stati uccisi da quando la campagna aerea saudita è iniziata nel marzo dello scorso anno.
Dall’inizio della guerra civile, migliaia di civili sono rimasti uccisi per i bombardamenti dell’aviazione.