Yemen, la denuncia di Medici Senza Frontiere: aumentano i feriti di guerra
Yemen Medici senza frontiere denuncia aumento feriti guerra – Non si arresta la guerra in Yemen.
A un anno dall’attacco militare della Coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita ed Emirati su Hodeidah, infatti, i feriti di guerra continuano ad aumentare.
Lo denuncia Medici Senza Frontiere, che da ottobre 2018, quattro mesi dopo l’offensiva, opera nell’ospedale Al Salakhanah a nord-est della città di Hodeidah.
Attraverso una nota, l’Ong ha dichiarato che scontri a fuoco si verificano ogni giorno, vicino l’area del pronto soccorso.
Secondo quanto dichiarato nel video da Hisham Al-Dawa, coordinatore dei progetti di MSF a Hodeidah “I proiettili hanno raggiunto anche l’ospedale e alcune case e diversi bambini restano feriti per le pallottole vaganti“.
Sono 6.600 i pazienti curati fino a ora dalla Ong, di cui 440 feriti di guerra.
L’intervento di Medici Senza Frontiere ha permesso di ripristinare il pronto soccorso e le sale operatorie dell’ospedale per poter fornire assistenza medica e chirurgica d’urgenza.
Un intervento che si è rivelato di grande importanza quando nel novembre 2018 è stata lanciata un’altra offensiva militare con bombardamenti aerei che ha provocato diversi feriti.
Yemen, la denuncia di Medici Senza Frontiere: aumentano i feriti di guerra | Riemersi colera e difterite
Iniziato nel 2015, il conflitto ha provocato il collasso del sistema sanitario nazionale dello Yemen.
Tanto è vero che malattie come morbillo, difterite e colera sono riemerse nell’ultimo periodo.
In particolare, per quello che riguarda il colera, la Ong ha registrato tra il 1 gennaio e il 1 maggio 2019 10mila casi sospetti presso le proprie strutture dislocate in varie parti del Paese.
Tuttavia, da aprile sembra esserci una diminuzione in tutti i centri di trattamento.
Yemen, la denuncia di Medici Senza Frontiere: aumentano i feriti di guerra | Le richieste di MSF
Medici Senza Frontiere chiede a tutte le parti coinvolte nel conflitto di garantire la protezione dei civili e del personale medico, permettendo a feriti e malati di accedere alle cure.
L’Ong, poi, invita le organizzazioni umanitarie internazionali a fare di più, aumentando il personale nelle aree in cui c’è più bisogno, ma anche fornendo più aiuti possibile nell’area.