Il cessate il fuoco di tre giorni voluto dalle Nazioni Unite ha avuto ufficialmente inizio in Yemen, dove le forze del presidente yemenita Abd-Rabbu Mansour Hadi, sostenuto da una coalizione guidata dall’Arabia Saudita, combattono contro i ribelli Houthi, che controllano la capitale Sanaa.
L’Onu spera che la pausa nei combattimenti conduca a una ripresa dei colloqui di pace tra le due parti. La coalizione a guida saudita ha detto in una dichiarazione che rispetterà la tregua a patto che lo facciano anche i ribelli Houthi, appoggiati dall’Iran, consentendo agli aiuti di raggiungere le zone di combattimento e sospendendo gli scontri lungo il confine.
La tregua è entrata in vigore un minuto prima della mezzanotte (ora locale) di ieri, mercoledì 19 ottobre. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, nella giornata di ieri un raid aereo saudita ha colpito alcune basi militari ribelli a Sanaa, e le fazioni rivali hanno combattuto nei pressi del confine con l’Arabia Saudita.
Sulla possibilità di riaprire i colloqui di pace rimane comunque un certo scetticismo, dopo il protrarsi per 19 mesi di una guerra civile che ha provocato migliaia di morti. Si tratta del sesto tentativo di questo tipo dall’inizio del conflitto.
Il presidente Mansour Hadi – che è stato costretto a lasciare la capitale all’inizio del 2015, cercando rifugio nella sua città natale, Aden – ha dichiarato ieri all’agenzia di stampa statale Saba che prevede che i suoi nemici violino la tregua. “Non ci aspettiamo da loro nulla di più che tergiversazione e temporeggiamento”, ha detto.