Dopo che la settimana scorsa i ribelli sciiti Houthi hanno annunciato la creazione unilaterale di un organo di governo con gli alleati del Congresso generale del popolo dell’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh dato lo stallo nei colloqui di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite in Kuwait, cui il governo ufficialmente riconosciuto guidato da Abd-Rabbo Mansour Hadi aveva reagito minacciando di abbandonare il tavolo negoziale, il processo di pace sembra arrivato a un punto morto.
Infatti, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen Ismail Ould Cheikh Ahmed aveva convinto le parti a estendere i negoziati di una settimana, ma il conflitto non si è placato e mentre la coalizione guidata dall’Arabia Saudita che sostiene Mansour ha proseguito con i raid aerei contro gli Houthi, questi hanno risposto a colpi di mortaio diretti verso il confinante territorio del regno, causando vittime su entrambi i fronti.
La delegazione governativa ha annunciato lunedì 1 agosto 2016 che lascia il Kuwait, pur avendo acconsentito ieri alla proposta di pace delle Nazioni Unite, finché anche la controparte non avrà firmato l’accordo presentato da Cheikh Ahmed.
La proposta prevedeva che gli Houthi rinunciassero alle tre città principali sotto il loro controllo, inclusa la capitale Sanaa.
In base a questo piano, avrebbero dovuto aver luogo colloqui per la formazione di un nuovo governo che includesse i rappresentanti degli Houthi.
Tuttavia i ribelli sciiti hanno respinto il piano, pur aggiungendo che rimarranno in Kuwait per continuare i colloqui.