Sono almeno 110 ribelli, 32 soldati filo-governativi e 7 civili le vittime accertate delle ultime 24 ore a Hodeida, la città dello Yemen occidentale dove si concentrano i combattimenti. Lo hanno riferito fonti militari e mediche.
I ribelli sciiti Huthi, sostenuti dall’Iran, stanno opponendo una feroce resistenza contro l’avanzata delle forze filo-governative appoggiate dalla coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita.
Sabato 10 novembre, le forze filo-governative yemenite hanno preso il controllo del principale ospedale di Hodeida. L’istituto medico, collocato nella zona orientale della città in mano ai ribelli, è stato uno degli obiettivi chiave della rinnovata offensiva della coalizione araba guidata da Riad a sostegno del governo del presidente Abedrabbo Mansour Hadi.
Nei giorni scorsi Amnesty International aveva accusato i ribelli Huthi di una “deliberata militarizzazione degli ospedali” nella battaglia di Hodeida e si era appellata alle parti in guerra per la protezione dei civili.
L’allarme delle organizzazioni umanitarie – Secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC), l’80 per cento degli yemeniti ha “bisogno di aiuti per sopravvivere“.
“Se lo Yemen fosse composto da 100 persone, 80 avrebbero bisogno di aiuti per sopravvivere; 60 avrebbero a malapena qualcosa da mangiare; 58 non avrebbero accesso ad acqua pulita; 52 all’assistenza sanitaria; mentre 11 risulterebbero gravemente malnutriti”, si legge sul profilo Twitter dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che cita dati dell’ICRC.
“Ma lo Yemen non conta 100 persone, ma 27 milioni”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha denunciato che lo Yemen si trova “sull’orlo della carestia”.
In un comunicato pubblicato oggi da Ahmed Al-Mandhari, direttore regionale dell’Oms per il Mediterraneo orientale e il Medio Oriente, si apprende che “1,8 milioni di bambini sotto i cinque anni e 1,1 milioni di donne in gravidanza o in periodo di allattamento risultano gravemente malnutriti”.
“Oltre 400mila bambini gravemente malnutriti hanno bisogno di cure mediche urgenti e accessibili per sopravvivere”, si legge nella nota. “Con solo il 50 per cento delle strutture sanitarie funzionanti in tutto il paese e nessun medico nel 18 per cento dei distretti dello Yemen, non possiamo permetterci che un altro operatore sanitario perda la vita o un altro ospedale chiuda”.
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