La coalizione guidata dall’Arabia Saudita continua gli attacchi aerei su Sana’a, capitale dello Yemen, contro i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran.
I residenti della zona hanno riferito che i bombardamenti si sono concentrati nel complesso presidenziale di Sana’a, che i ribelli sciiti hanno conquistato lo scorso settembre. Le milizie Houthi si sarebbero accampate tra le montagne circostanti la città.
La coalizione di Paesi arabi guidata dall’Arabia Saudita è intervenuta nella guerra civile in corso in Yemen otto settimane fa, il 26 marzo.
La campagna militare saudita è dettata dal timore che i ribelli sciiti Houthi possano avanzare e mettere ulteriormente in crisi il Paese, e ha tra gli altri obiettivi quello di voler re-insediare il presidente esiliato Abd-Rabbo Mansour Hadi.
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I residenti di Sana’a hanno riferito che durante la notte si sono protratti gli attacchi aerei della coalizione contro i combattenti fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, alleati con gli Houthi. Le forze Houthi e pro-Saleh sono state colpite anche da dieci raid aerei della coalizione, nel governatorato di Marib, a est di Sana’a.
Le violenze nel Paese, riprese dopo una tregua umanitaria durata cinque giorni, minacciano i negoziati di pace previsti per il 28 maggio a Ginevra. Giovedì 21, alcuni proiettili sauditi hanno colpito un funzionario yemenita e ucciso cinque rifugiati etiopi.
Nella provincia di Sa’da, al confine con l’Arabia Saudita, i ribelli Houthi hanno dichiarato di aver conquistato diversi siti militari controllati dai sauditi, da cui hanno prelevato armi ed equipaggiamento.
L’Arabia Saudita ha più volte reiterato la sua posizione circa la preoccupazione per la sicurezza del Paese, che confina a sud con lo Yemen, e per la stabilità dello Yemen stesso.
L’Iran, che supporta gli Houthi, non riconosce Abd-Rabbo Mansour Hadi come legittimo presidente e ha riferito che considera gli attacchi aerei della coalizione saudita come un intervento negli affari interni yemeniti.
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