In attesa di capire se e quando ci sarà il colloquio con Volodymyr Zelensky, il presidente cinese Xi Jinping ha ufficializzato il suo viaggio a Mosca per incontrare Vladimir Putin: tre giorni, dal 20 al 22 marzo, in cui il massimo esponente del gigante asiatico “scambierà opinioni sulle principali questioni internazionali e regionali con il presidente russo”.
“L’obiettivo della visita è quello di approfondire ulteriormente la fiducia bilaterale”, dice il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. A una domanda se Xi spiegherà nei dettagli a Putin “il documento cinese sulla soluzione politica della crisi ucraina”, Wang ha risposto che “anche questa volta la visita è per la pace” e che “mantenere la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune sono gli scopi della politica estera cinese”.
È la prima volta dallo scorso 24 febbraio, giorno dell’invasione, che Xi Jinping vola in Russia, la 40esima negli ultimi 10 anni, a testimoniare l’esistenza di un rapporto consolidato tra i due Paesi. Stati Uniti ed Unione europea guardano con apprensione a quei giorni, preoccupati che Pechino possa offrire ulteriori appoggi a Mosca oltre al sostegno politico (la Cina non ha mai votato le risoluzioni Onu di condanna dell’invasione russa, ndr) ed economico.
Il gigante asiatico punta a sostituire nel ruolo di mediatore la Turchia, altro Paese rimasto in buoni rapporti con il Cremlino: dopo il viaggio in Russia, il leader cinese – secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal – dovrebbe avere un colloquio a distanza anche con Zelensky, per la prima volta dall’inizio della guerra. Ieri sera il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha parlato con il suo omologo ucraino Kuleba, forse per preparare il terreno in vista del colloquio.