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    Xi Jinping telefona a Zelensky e prova a mediare con la Russia: “Non ci sono vincitori in una guerra nucleare”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 26 Apr. 2023 alle 15:56

    Con circa un anno di ritardo rispetto alle intenzioni annunciate, il presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky: la chiamata è stata annunciata da Pechino, con l’assistente del Ministero degli Esteri Hua Chunying che ha twittato la notizia in inglese e poi in russo. Sullo stesso social le parole del leader di Kiev: “Ho avuto una telefonata lunga e significativa con il presidente cinese Xi Jinping. Credo che questa chiamata, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina, darà un potente impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”.

    La Cina si candida a ricoprire un ruolo fondamentale nella mediazione tra i due Paesi in guerra: Xi Jinping è stato in viaggio a Mosca alcune settimane fa e il 24 febbraio scorso, in occasione dell’anniversario dell’invasione, ha proposto a Putin un piano di pace, da sottoporre anche a Zelensky. Al primo punto c’era la richiesta di cessate il fuoco, senza però chiedere il ritiro dell’Armata russa dai territori ucraini occupati. Storicamente Pechino non ha mai condannato direttamente l’invasione, non votando le risoluzioni Onu di condanna alla Russia. La telefonata è durata circa un’ora, dicono fonti ucraine. La tv statale cinese ha riferito che Xi ha detto a Zelensky che “dialogo e negoziato sono la sola via d’uscita” dal conflitto.

    “Il dialogo e la negoziazione sono l’unica via d’uscita praticabile”, secondo il presidente cinese, che – nella sua prima telefonata dallo scoppio della crisi ucraina con Zelensky – ha voluto sottolineare che “non ci sono vincitori in una guerra nucleare”. Pechino ha fatto sapere che invierà un rappresentante speciale a Kiev per colloqui diretti a risolvere la crisi, sulla Cina tutta la pressione di diversi leader europei, guidati dal francese Emmanuel Macron, che chiedono a Xi Jinping di convincere Putin a deporre le armi.

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