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    Brexit, Theresa May supera il voto di sfiducia e resta alla guida del partito

    Credit: Oli Scarff/AFP

    Il voto di sfiducia alla leadership del partito era stato chiesto dai conservatori che non approvano l'operato della May sulla Brexit

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 12 Dic. 2018 alle 22:03 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:21

    La premier britannica Theresa May ha superato il voto di sfiducia alla leadership del partito dei tories. A votare a favore sono in 200, 117 invece quelli a sfavore della premier. Una vittoria importante per May che mantiene la sua leadership.

    Il voto si è tenuto nella serata del 12 dicembre 2018. La premier ha detto che si farà comunque da parte prima delle prossime elezioni del 2022.

    Il voto era stato annunciato l’11 dicembre dopo che i membri del partito che non condividono l’operato della premier in merito alle trattative sulla Brexit hanno raggiunto il numero di voti necessari per proporre una mozione di sfiducia.

    L’annuncio era stato dato da Graham Brady, presidente della commissione 1922 alla quale sono state consegnate almeno 48 lettere in cui si chiedeva di individuare una data per il voto di sfiducia alla leadership della May.

    Brandy aveva annunciato che i voti sarebbero stati “immediatamente contati e i risultati annunciati al più presto possibile”.

    “La soglia richiesta del 15 per cento dei deputati per la richiesta di un voto di sfiducia per il leader conservatore è stata superata”, aveva detto Brady annunciando la data del voto.

    Il voto di sfiducia – Per poter rimanere alla guida del partito, Theresa May ha bisogno di almeno 158 voti su 315. In caso contrario, i tories dovranno scegliere un nuovo leader che sarebbe destinato a diventare anche nuovo premier.

    I tories infatti hanno la maggioranza alla Camera dei Comuni, per cui il voto di sfiducia interno al partito potrebbe avere ripercussioni anche sul governo stesso.

    Una terza opzione prevede che la May rassegni le sue dimissioni dopo aver superato il voto di sfiducia con il numero minimo di voti necessari.

    In vista della votazione, la premier ha annullato il viaggio a Dublino e ha detto che lotterà “con tutte le sue forze” per mantenere il suo ruolo di leader dei tories.

    L’elezione di un nuovo capo di partito “rischia di rinviare o ritardare l’articolo 50 e mettere a rischio il futuro del nostro paese”, ha dichiarato la May.

    “Il nuovo leader non avrebbe il tempo per rinegoziare, quindi il suo primo atto sarebbe quello di rinviare o rescindere l’articolo 50”. Inoltre, ha proseguito la premier, “l’elezione di un nuovo leader del partito non cambierebbe i fondamenti del negoziato o i numeri parlamentari”.

    “Un voto di sfiducia non sarebbe nell’interesse nazionale, ma sarebbe negli interessi di Jeremy Corbyn and John McDonnell”, ha concluso la May.

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