Von der Leyen ringrazia Grecia: “Ci fa da scudo”. Polzia spara sui migranti
Prima visita dei vertici europei in Grecia dopo la crisi migratoria scatenata dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, i presidenti del Consiglio e del Parlamento europeo, Charle Michel e David Sassoli si presentano insieme al primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis per reagire a quello che è stato definito “il ricatto della Turchia”.
Un incontro avvenuto a Kastanies, sulla frontiera di terra greco-turca su cui da giorni si ammassano decine di migliaia di migranti e rifugiati – dopo che la Turchia ha deciso di incoraggiarne l’esodo -, respinti dalla linea dura decisa dalle autorità di Atene. Terrorizzata dalla prospettiva di una ripetizione della crisi migratoria del 2015, la Ue manifesta solidarietà a una Grecia, finita sotto accusa – assieme all’Europa stessa – da parte delle organizzazioni umanitarie.
“La Grecia è il nostro scudo europeo”, ha detto la von der Leyen, utilizzando la parola greca “aspida” per ringraziare Atene. “Queste sono circostanze eccezionali. Le autorità greche sono di fronte a un compito molto difficile nel contenere la situazione – dice – . È importante per me essere qui oggi con voi e dirvi che le preoccupazioni greche sono le nostre preoccupazioni. Questa frontiera non è solo greca, è la frontiera europea”.
La visita è stata anche un tentativo per ribadire alla Turchia che deve mantenere gli impegni presi sulla gestione dei migranti, così come ha fatto l’Ue fino a questo momento.
Oltre a una missione di Frontex von der Leyen ha annuncia un piano di assistenza finanziaria da 700 milioni per il governo ellenico, di cui 350 immediatamente disponibili. La Commissione attiverà anche il Meccanismo Ue di protezione civile per fornire materiale medico, tende e coperte. “Quelli che vogliono mettere alla prova l’unità europea rimarranno delusi. Terremo la linea e la nostra unità prevarrà. Questo è il momento per agire in modo concertato”.
Di tutt’altro avviso il presidente turco che lancia il suo avvertimento: “L’Europa deve sostenere gli “sforzi” della Turchia “per soluzioni politiche e umanitarie in Siria” se vogliono risolvere la crisi dei migranti”.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan accusa l’Europa di “comportamento razzista” e chiede sostegno non economico per i profughi, ma politico per una soluzione alla crisi di Idlib.
“Oggi ci dicono che sono pronti a mandare due tranche da 350 milioni di euro. Questo è il sostegno che credono di dare a noi, che da 10 anni diamo accoglienza ai profughi. Dicono che mandano i soldi e poi non li mandano. Il loro è un atteggiamento razzista. Non hanno una, ma due facce, sempre. E la devono smettere di prenderci in giro dopo che abbiamo speso 40 miliardi di dollari per i siriani. Se davvero i Paesi europei vogliono aiutarci sostengano un accordo che ponga fine alle ostilità a Idlib”, ha detto Erdogan.
Confine greco-turco: la polizia spara sui migranti. Un morto e cinque feriti. Atene nega
Negli ultimi giorni la risposta greca all’ondata migratoria è stata particolarmente violenta: dopo arresti, spari di gas lacrimogeni e interruzione dei permessi d’asilo, oggi giungono notizie ancora più preoccupanti.
La polizia greca ha aperto il fuoco contro alcuni migranti che tentavano di entrare nel Paese dal confine con la Turchia, uccidendone uno e ferendone altri 5. A riportare la notizia l’inviato sul posto della Cnn turca, che ha specificato che i migranti colpiti cercavano un passaggio attraverso i campi. I feriti sono stati caricati su ambulanze e portati presso ospedali turchi. Le forze dell’ordine elleniche hanno inoltre lanciato gas lacrimogeni contro migranti i richiedenti asilo.
Sebbene la polizia turca non permetta ai giornalisti di avvicinarsi al confine, si possono vedere colonne di gas e sono risuonate detonazioni a un chilometro dal valico di Pazarkule.
Atene ha “negato categoricamente” che agenti greci abbiano aperto il fuoco contro i migranti che si affollano sul confine con la Turchia. L’inviato sul posto della Cnn turca aveva riferito che un migrante fosse morto e altri cinque fossero rimasti feriti a causa dei colpi d’arma da fuoco sparati dagli agenti greci al valico di frontiera, dove si sono ammassate migliaia di persone che tentano di entrare nel Paese dopo che Ankara ha aperto la frontiera.
“La vita di migliaia di siriani in fuga da guerra e persecuzioni, continua ad essere usata come merce di scambio di un assurdo gioco delle parti, in cui Unione Europea e Grecia per primi, senza nessuna giustificazione, non vogliono assumersi le proprie responsabilità”, è la denuncia diffusa oggi da Oxfam, di fronte a quanto sta avvenendo al confine greco-turco.
In questo momento a preoccupare ulteriormente è l’annuncio del governo greco di non voler accettare nessuna richiesta di asilo per un mese.
“Questa situazione, ricorda la disastrosa politica che ha portato all’accordo tra Ue e Turchia. – continua Pezzati – Un accordo vergognoso e inaccettabile, che ha trattato centinaia di migliaia di disperati come pedine in un cinico calcolo politico. I loro diritti sono passati in secondo piano, in palese violazione del diritto internazionale e comunitario. Per questo chiediamo con forza che la Grecia e i suoi partner europei collaborino, accogliendo e garantendo un futuro ai profughi siriani al confine greco; che gli Stati membri della Ue lavorino per trasferire quanto prima i bambini e i profughi più vulnerabili dalla Grecia, ridistribuendoli in altri paesi europei. Una condivisione di responsabilità tra Grecia e Ue che allo stesso tempo deve portare a un immediato miglioramento delle condizioni disumane in cui sono costretti a sopravvivere i migranti intrappolati sulle isole greche. Muovendosi prima possibile per trasferimenti sulla terraferma”.
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