La legge ungherese anti-Lgbt “è una vergogna” e “userò tutti i poteri della Commissione per garantire che i diritti di tutti i cittadini vengano rispettati, chiunque voi siate e ovunque viviate”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, riferendosi a una serie di modifiche legislative introdotte dal Governo di Budapest che prevedono un divieto di “rappresentazione e promozione dell’identità di genere diversa dal sesso alla nascita, il cambio di sesso e l’omosessualità” per i minori di 18 anni.
La legge, ritenuta anti-Lgbt, è stata aspramente criticata da una lettera firmata ieri da quattordici Paesi, tra cui l’Italia. Rispondendo a una domanda nella conferenza stampa congiunta con il premier belga, Alexander De Croo, sulla presentazione della valutazione positiva del Pnrr belga da parte della Commissione, la presidente ha annunciato di aver “istruito i commissari competenti affinché scrivano una lettera alle autorità ungheresi per esprimere le preoccupazioni legali prima che la legge entri in vigore”. “Questa legge chiaramente discrimina le persone sulla base dell’orientamento sessuale e va contro tutti i valori fondamentali dell’Unione europea: dignità umana, uguaglianza, diritti fondamentali”, ha sottolineato von der Leyen. “Non faremo compromessi su questi principi”, ha promesso. “Credo fortemente in un’Unione europea dove puoi essere chi vuoi essere e dove sei libero di amare chi ti pare”, ha concluso la presidente.
La settimana scorsa, il Parlamento ungherese ha approvato una legge che vieta la condivisione di qualsiasi contenuto che promuova l’omosessualità o il cambio di sesso a chiunque abbia meno di 18 anni. La misura, voluta dal partito del premier Viktor Orban, è passata con 157 voti a favore e un solo contrario.
“Al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini, la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni”, si legge nel testo normativo. Le lezioni di educazione sessuale “non dovrebbero essere finalizzate a promuovere la segregazione di genere, il cambiamento di genere o l’omosessualità”, aggiunge.