Un jet militare nigeriano ha bombardato per errore un campo profughi nel nordest del paese uccidendo almeno 52 persone, martedì 17 gennaio 2017.
Tra le vittime ci sono anche diversi operatori umanitari: la Croce rossa rende noto che sei dei suoi impiegati sono rimasti uccisi e che più di una decina di volontari appena arrivati per consegnare generi alimentari agli sfollati sono rimasti feriti.
Secondo Medici senza frontiere, oltre 200 persone sono state ferite nel corso del raid.
L’incidente è avvenuto a Rann nei pressi del confine con il Camerun, regione in cui l’esercito nigeriano sta combattendo “l’offensiva finale” contro i miliziani estremisti d Boko Haram.
Nell’apprendere la notizia dell’attacco, il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha espresso sconcerto ma ha invitato alla calma. È la prima volta che le forze armate nigeriane ammettono di aver commesso un errore simile.
Il portavoce dell’esercito nigeriano ha dichiarato che alcune sacche di Boko Haram erano state identificate fuori Rann e si è deciso di agire per neutralizzarle.
Dopo aver realizzato di aver commesso un errore, ha proseguito il generale Rabe Abubaker, hanno provato un profondo dolore.
“Tuttavia, in operazioni militari come questa, tali incidenti capitano di tanto in tanto. Anche se siamo profondamente rammaricati, non è stato intenzionale”.
Il generale Lucky Irabor, a capo dell’operazione contro Boko Haram, ha reso noto che verrà avviata un’indagine.
Durante i sette anni di attività del gruppo estremista Boko Haram, sono state uccise oltre 20mila persone mentre 2,6 milioni sono state costrette ad abbandonare le proprie case.
Secondo le Nazioni Unite oltre cinque milioni di persone in tre stati sono in pericolo a causa della carenza di cibo e 100mila di loro, per lo più bambini, rischiano di morire di fame.
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