Sono 7 milioni le persone che ogni anno muoiono per colpa dell’inquinamento atmosferico. A rivelarlo è il nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) pubblicato ieri. Le regioni più colpite sono i paesi in via di sviluppo e in particolare il Sudest asiatico e il Pacifico occidentale, che complessivamente contano 5,9 milioni di decessi registrati nel 2012. In Europa i morti ogni anno sarebbero 99 mila e in America 81 mila.Nel precedente rapporto, risalente al 2008, l’Oms aveva indicato che le vittime dell’inquinamento atmosferico erano 3,2 milioni. Il numero nel 2012 è invece raddoppiato, e ciò è dovuto in parte anche al miglioramento dei metodi e delle tecniche di analisi che attualmente sono più accurati e hanno consentito di ottenere informazioni più complete.
In oltre la metà dei casi la causa sarebbe il fumo prodotto da fornelli e dalle stufe di casa. Secondo le stime dell’Oms, infatti, circa 3 miliardi di persone nel mondo si affidano a combustibili come carbone e legno per la cottura del cibo. In India, il 63 per cento della popolazione utilizza tali combustibili solidi per cucinare, ma essi producono inquinanti nocivi quali polveri sottili e monossido di carbonio. L’inquinamento dell’aria esterna uccide invece circa 3,7 milioni di persone l’anno e oltre l’80 per cento dei decessi si verificano nei paesi a basso e medio reddito. Le fonti di inquinamento ambientale comprendono i motori diesel e le emissioni industriali.
I dati rivelano che l’inquinamento atmosferico è spesso connesso a malattie respiratorie, come infezioni o ostruzioni croniche polmonari, ma anche cardiache, infarti e ischemie miocardiche. Nel 2013 l’International agency for research on cancer, l’agenzia dell’Oms che valuta la cancerogenicità degli agenti chimici e fisici, ha riconosciuto l’inquinamento atmosferico come cancerogeno. “Pochi rischi oggi hanno un maggiore impatto sulla salute globale dell’inquinamento atmosferico: i dati segnalano la necessità di un’azione concertata per ripulire l’aria che respiriamo”, ha affermato nella relazione Maria Neira, direttrice del dipartimento dell’Oms per la Salute pubblica, ambientale e sociale determinante per la salute.
“La crisi dell’inquinamento atmosferico non è arrivata all’improvviso, e le soluzioni non si troveranno all’improvviso,” ha detto Shin Young-soo, direttore regionale dell’Oms per il Pacifico occidentale, “La salute ambientale in generale è una questione complessa, che va di pari passo con l’urbanizzazione, lo sviluppo economico e di tanti altri fattori. Ma è ovvio che questa crisi – ed è una crisi – non può più essere ignorata”.