Sei persone sono rimaste uccise in un attacco nel nordest del Kenya giovedì 6 ottobre 2016. La responsabilità è stata attribuita da subito ai miliziani islamisti appartenenti al gruppo estremista somalo al-Shabaab.
La regione di Mandera, al confine con la Somalia, è spesso teatro di incursioni di al-Shabaab. Il gruppo ha infatti dichiarato che proseguirà la sua campagna di attacchi nel paese finché il governo keniano non ritirerà le sue truppe dalla Somalia.
I soldati keniani sono impiegati nelle forze dell’Unione africana mandate a combattere i miliziani estremisti.
A dare notizia dell’attacco è stato, via Twitter, il governatore di Mandera, Ali Roba. “Non fosse stato per la rapida reazione delle nostre forze di sicurezza, le vittime sarebbero molte di più”, ha dichiarato Roba a Reuters, aggiungendo che la natura e lo stile dell’attacco non lasciano dubbi circa i suoi autori.
Al-Shabaab ha più tardi rivendicato l’aggessione e l’uccisione di “sei cristiani”, colpiti presumibilmente mentre dormivano nelle loro abitazioni.
Secondo il quotidiano locale Daily Nation, l’episodio è avvenuto in un cantiere di opere pubbliche nella prima mattinata.
Gli attacchi dei miliziani islamisti in Kenya hanno causato centinaia di vittime negli ultimi tre anni e messo in difficoltà il turismo, settore vitale per l’economia del paese africano.
Le aggressioni si sono concentrate nel nordest, lungo un esteso e poroso confine con la Somalia, ma il gruppo ha colpito anche aree costiere popolate di turisti e la capitale Nairobi, dove un uomo armato appartenente ad al-Shabaab aveva attaccato il centro commerciale Westgate nel 2013 uccidendo oltre 60 persone.