L’Ong peruviana Vida Mujer ha raccolto in un libro venticinque messaggi tra e-mail, lettere e sms di scuse scritti dagli uomini che in passato hanno picchiato le loro compagne. Il contenuto di queste lettere illudeva le donne che un cambiamento fosse possibile, a tal punto da farle tornare dai propri uomini.
Queste scuse sono una delle ragioni per cui spesso le donne decidono di non lasciare gli uomini che le hanno picchiate. Nella maggior parte dei casi però quelle violenze non hanno mai davvero avuto fine.
Il libro, dal titolo Non morire per me, è nato dal progetto di sensibilizzazione dell‘Ong peruviana. “I casi di donne maltrattate spesso seguono lo stesso schema: gli uomini si rammaricano dopo la violenza, chiedono perdono e riescono a convincere, con parole d’amore, le donne a tornare da loro. Questo è ciò che impedisce loro di denunciarli”, si legge nell’incipit del libro.
Il libro è diviso in due parti: nella prima i messaggi di scuse sono scritti su sfondo bianco. Nella seconda metà, su sfondo nero, viene raccontato quello che è successo dopo che le donne sono tornate dal proprio compagno violento e sono state picchiate di nuovo.
La paura di una vendetta ancora più violenta subito dopo aver lasciato il partner è una delle ragioni per cui molte vittime hanno il timore di interrompere la relazione.
Nella maggior parte dei casi le donne non solo sono innamorate dell’uomo che le picchia, ma spesso non sanno neanche a chi rivolgersi per cercare aiuto. Si vergognano di denunciare la propria fragilità o hanno paura di non sopravvivere finanziariamente senza il loro compagno.
“Giuro che non accadrà più, tu sei l’amore della mia vita, è tutta colpa mia. Perdonami”. Solo cinque settimane dopo aver ricevuto questa lettera, Raquel è morta.
Quelle qui di seguito, invece, sono le parole di Javier: “Amore mio, perdonami per la notte scorsa, sono follemente innamorato di te. Sogno di crescere insieme i nostri figli e io non voglio che questo sogno non si avveri per un errore. A volte mi comporto come un pazzo, ma credimi che non è un comportamento volontario, l’unica cosa che voglio è stare con te per sempre”.
In realtà, in un impeto di rabbia, Javier ha sparato quattro volte a Brenda, la sua fidanzata, che ora non può più muovere il braccio sinistro.
Nelly Cancion, presidente dell’Ong Vida Mujer , spiega i legami complessi che si celano dietro a queste lettere: “A un certo punto, il ‘ti amo, ho bisogno di te, io sto facendo del mio meglio’ è un appello allettante per una donna che soffre. Si tratta di piccoli spiragli di felicità”, afferma Cancion.
“Il comportamento dell’essere umano non cambia nel corso del tempo”, ha concluso.
Negli ultimi sei anni, il ministero peruviano delle donne e delle popolazioni vulnerabili ha registrato 680 casi di donne che hanno perso la vita in seguito a episodi di violenza domestica.
L’Ong responsabile della raccolta delle lettere e della pubblicazione del libro vuole incentivare la consapevolezza delle persone su questo tema. Il libro sarà anche tradotto in inglese per consentirne una più ampia distribuzione.
“Se ti identifichi con queste donne, non aspettare di finire come loro”, è il messaggio conclusivo del libro.