Uno dei motivi più ricorrenti nei discorsi contemporanei è
quello secondo cui la tecnologia ci ha ormai sempre di più allontanati gli uni
dagli altri, rendendoci concentrati solo su noi stessi senza alcun contatto reale
con chi ci circonda.
Già a partire dagli anni Ottanta la diffusione del personal
computer in molte case aveva dato un motivo in più alle persone per dedicarsi a
svolgere attività virtuali che non richiedessero contatti esterni; poi c’era
stato l’arrivo di Internet negli anni Novanta; poi il boom dei social network,
e di Facebook in particolare, verso la fine degli anni 2000; infine, da quando intorno
agli ultimi cinque anni gli smartphone sono diventati sempre più completi, la
realizzazione definitiva di tutto questo processo ci ha portati sempre più
spesso a chinare lo sguardo su uno schermo piuttosto che ad alzarlo verso chi
ci sta di fronte.
Se questa visione può sembrarvi eccessivamente apocalittica,
sappiate che due vignette comparse più di cento anni fa denunciavano già allora un’influenza negativa sulla socialità.
Si tratta di due illustrazioni satiriche comparse sulla
rivista britannica Punch Magazine e recentemente diffuse dopo essere state ritrovate negli archivi del giornale,
risalenti al 1906 e al 1879.
Nel primo caso la vignetta vuole rappresentare una
previsione immaginaria per l’anno successivo (il 1907), in cui si vedono un
uomo e una donna seduti l’uno accanto all’altro sotto un albero ad Hyde Park, che
invece di parlare tra loro si dedicano al loro telegrafo senza fili da poco inventato
da Guglielmo Marconi.
La didascalia recita infatti “Sviluppo della telegrafia senza
fili. Ambientazione: Hyde Park. Queste due figure non comunicano tra loro. La
signora sta ricevendo un messaggio d’amore, e il signore alcuni risultati delle
corse”.
Se al posto degli apparecchi di ricezione dei messaggi
telegrafici ci fossero gli smartphone dei nostri giorni, la scena sarebbe
assolutamente attuale.
Un’altra vignetta preveggente è quella che comparve, sempre
su Punch, il 9 dicembre 1879, a firma di George du Maurier, che
immagina un macchinario che sembra anticipare Skype e la videofonia moderna. Si
vedono una madre e un padre che seduti comodamente in casa sono intenti a conversare
con i loro figli che si trovano all’altro capo del mondo.
La didascalia recita
infatti: “Il telefonoscopio di Edison (trasmette sia la luce che il suono). Ogni
sera, prima di andare a letto, Pater e Mater familias allestiscono una camera
oscura elettrica sulla mensola del loro camino e allietano i loro occhi con la
vista dei loro figli che si trovano agli antipodi, e conversano allegramente
con loro attraverso il filo.
Pater familias (che si trova a Willow Place): “Beatrice,
avvicinati, ti devo parlare a bassa voce”.
Beatrice (da Ceylon): “Sì, caro papà”.
Pater familias: “Chi è quella giovinetta affascinante che
gioca vicino a Charlie?”
Beatrice: “È appena arrivata dall’Inghilterra,
papà. Te la presento non appena finita la partita!”