Il giornale russo Novaya Gazeta ha pubblicato un video risalente al 29 luglio 2017 in cui si vede un prigioniero aggredito e ripetutamente torturato dalle guardie.
Il video (Attenzione immagini forti):
Il filmato mostra un uomo mentre viene tenuto fermo su un tavolo e colpito più volte con un bastone sulle gambe e sulle piante dei piedi.
Le guardie continuano a colpire il prigioniero finché una di loro decide di passare alla tecnica del waterboarding: l’uomo è immobilizzato con la testa più in alto rispetto al corpo e gli viene versato sul volto dell’acqua.
Il prigioniero continua ad urlare e a implorare pietà e a un certo punto del video sembra perdere conoscenza.
Secondo quanto riportato dal giornale, dal dialogo nel video si evince che la punizione è iniziata dopo che il prigioniero ha insultato un ufficiale di prigione.
La registrazione dura 10 minuti e termina con un’immagine che mostra Makarov nudo su un tavolo.
La tortura non sembra essere terminata, ma il video si interrompe bruscamente.
I funzionari della prigione sono obbligati a indossare dei dispositivi di registrazione e a tenerli sempre accesi in orario di lavoro.
In pratica, però, questa norma è raramente rispettata ed è quindi difficile che episodi di tortura come quello riportato nel video diffuso dal quotidiano russo riescano a a raggiungere l’opinione pubblica.
La registrazione è stata trasmessa a Novaya Gazeta, fanno sapere dal giornale, dopo essere stata fatta trapelata all’avvocato Irina Biryukova, che lavora per il gruppo di pressione Public Verdict.
La legale Biryukova ha dichiarato al britannico The Independent di non essere in grado di rivelare in che modo è entrata in possesso del video incriminato, ma ha confermato che è stato girato da un ufficiale della prigione.
La donna ha anche aggiunto che il suo gruppo ha ricevuto la registrazione e “molti altri video” circa due settimane fa.
La legale stava già indagando su alcuni altri episodi di tortura nel carcere IK-1 nella provincia di Yaroslavl, a nord-est di Mosca, dove si presume che anche quest’ultima violenza abbia avuto luogo.
IK-1 è il carcere in cui generalmente sono detenuti gli attivisti che si oppongono al governo russo.
Secondo diversi rapporti, i prigionieri “difficili” sono regolarmente picchiati dagli agenti di polizia, privati di cibo e sottoposti a torture.