Un bombardamento aereo con armi chimiche avvenuto martedì 4 aprile nella città siriana di Khan Sheikhoun, nella provincia di Idlib, ha ucciso almeno 72 persone, tra cui vari minori. Numerosi i civili feriti. A riportarlo è L’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo altre fonti i morti sarebbero almeno 100.
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Secondo alcuni medici che hanno prestato i primi soccorsi le condizioni presentate dalle persone colpite dal raid aereo mostravano chiari segni di un attacco con armi chimiche e che fanno pensare all’utilizzo del Sarin.
Nella giornata del 4 aprile sono state pubblicate alcune immagini shock che mostrano i momenti successivi all’attacco aereo. Le foto e i filmati sono molto forti e fanno vedere bambini immobilizzati dagli effetti delle armi chimiche, cadaveri ammassati per le strade della città di Khan Sheikhoun e i soccorritori che tentano di rianimare le persone colpite e che hanno evidenti difficoltà a respirare e a muoversi.
Nonostante la crudezza delle immagini, TPI ha deciso ugualmente di pubblicare un video dai contenuti molto forti ma che serve a denunciare cosa è davvero successo nella provincia di Idlib in Siria. Una decisione lontana dalla normale politica di TPI.
Un episodio del genere va condannato con decisione e spesso le morti dei civili durante il conflitto in Siria passano in secondo piano. L’attacco di oggi “non può essere ignorato”, per dirla con le parole usate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e da tanti altri leader internazionali.
E allora, per non ignorarlo, per una volta può essere giusto mostrare delle immagini tanto forti.
Per eventi come quello dell’attacco chimico in Siria le parole possono mostrare il proprio limite. La redazione di TPI ha quindi ritenuto giusto piegarsi alla potenza delle immagini, perché il fine ultimo di chi fa informazione è quello di trasmettere lo stato reale dei fatti per far riflettere. E un caso grave e sottovalutato come quello della guerra in Siria chiama all’appello la potenza di questo video:
ATTENZIONE: LE IMMAGINI POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ
Credit: Facebook/Alaa Aljaber
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