Mercoledì 29 novembre è iniziato ad Abidjan, capitale della Costa d’Avorio, il quinto vertice Unione europea-Unione africana.
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Al vertice partecipano alcuni tra i principali leader europei tra i quali il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, in questi giorni impegnato in un tour istituzionale in Africa che lo ha portato anche in Tunisia, Angola e Ghana.
Tra gli altri personaggi di spicco presenti ai lavori di Abidjan vi sono i presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Al centro del confronto l’introduzione di piani di investimento in grado di creare occupazione e dare nuove speranze ai giovani africani: una questione di primaria importanza, considerando il fatto che il 60 per cento della popolazione del continente ha meno di 25 anni.
Sul tavolo anche pace, sicurezza, diritti umani, democrazia, commercio, sviluppo e crisi migratoria.
Nel 2016 l’Unione europea e i suoi stati membri hanno donato 21 miliardi di euro in aiuti allo sviluppo all’Africa, confermando la propria posizione di leadership negli investimenti nel continente. Ancora di più hanno fatto le imprese europee, che solo nel 2015 hanno investito 32 miliardi di euro in progetti in paesi africani.
L’importanza di questo vertice Unione europea-Unione africana è stata sottolineata dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: “Questo vertice deve porre il continente africano, stabilmente, in cima alla nostra agenda politica. Il Parlamento europeo svolge un ruolo centrale nella definizione di un nuovo partenariato con l’Africa”.
Il tema della crisi migratoria ha subito assunto grande rilievo nel confronto tra leader africani ed europei che, secondo Donald Tusk, condividono il compito di rendere i viaggi dei migranti più umani e interrompere gli abusi che questi ultimi sono costretti a subire da parte dei trafficanti.
“I recenti rapporti sulle condizioni di vita di queste persone, soprattutto giovani africani, sono orribili”, ha detto Tusk, aggiungendo che nel 2016 sono stati cinquemila i migranti morti nel mar Mediterraneo durante la traversata.
“L’Europa non vuole diventare fortezza. Siamo stati i primi a denunciare gli orrori dei campi libici, ma è arrivato il momento per gli stessi stati africani di avere un ruolo più attivo nel supportare i propri cittadini. Anche l’Europa deve offrire maggiori canali di migrazione legale”, ha detto Federica Mogherini alla vigilia del vertice.
Secondo Angela Merkel, Europa e Africa condividono “un interesse comune nel fermare le migrazioni illegali e creare opportunità legali affinché le persone provenienti dal continente possano studiare e formarsi professionalmente in Europa.”
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