Il leader cubano Fidel Castro si è congratulato con il consiglio di redazione del New York Times per aver scritto un editoriale in cui si propone di togliere l’embargo americano verso Cuba, entrato in vigore in modo completo nel 1962.
L’articolo “è scritto con grande abilità, cercando di mettere in evidenza quelli che sono gli interessi della politica nordamericana in questo contesto complesso, in un momento in cui i problemi politici, economici e commerciali si assommano”, ha commentato l’ex presidente cubano, sull’organo ufficiale del Partito Comunsta cubano, la Granma.
Fidel Castro, citando alcune frasi dell’editoriale, ha ricordato che il 28 ottobre l’assemblea generale dell’Onu metterà ai voti un nuovo progetto di risoluzione condannando l’embargo.
Nell’editoriale in questione pubblicato domenica scorsa ed intitolato “È arrivato il momento che finisca l’embargo contro Cuba“, il New York Times ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Barack Obama di “riflettere seriamente” su questo problema, raccomandandogli di operare verso “un cambiamento di rotta” politica che “potrebbe rappresentare un grande successo per la sua amministrazione”.
Il New York Times ha sottolineato che, “per la prima volta da mezzo secolo, cambiamenti nell’opinione pubblica americana e una serie di riforme a Cuba, rendono possibile il riallacciamento delle relazioni diplomatiche” fra i due Paesi e “la fine dell’embargo insensato”.
In questo senso, Cuba ha rimosso il costoso visto per entrare e uscire legalmente dall’isola, e ha permesso ai cubani di vendere case e veicoli facilitando la raccolta di soldi per chi vuole emigrare. Anche per questa ragione, pochi giorni fa è stato raggiunto il record di arrivi di cittadini cubani negli Stati Uniti: 22mila, il doppio rispetto al 2012.
Obama ha fatto passi importanti verso un alleggerimento dell’embargo già nel 2009, quando ha allentato i vincoli per il passaggio tra i due Paesi e messo fine ad alcune restrizioni politiche ed economiche. Il New York Times ha inoltre chiesto come primo passo da parte di Obama la rimozione di Cuba dalla lista delle Nazioni che sponsorizzano terroristi, lista che include anche Iran, Sudan e Libia.
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