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    Verso il disastro umanitario

    Le Nazioni Unite avvertono che la Repubblica Centrafricana si sta dirigendo verso una catastrofe umanitaria

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 9 Gen. 2014 alle 09:13 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:33

    In Repubblica Centrafricana continuano gli scontri tra gruppi militari cristiani e musulmani, che stanno spingendo sempre più persone a cercare rifugio nei campi sovraffollati dove le condizioni igieniche sono molto precarie. Ieri le Nazioni Unite hanno avvertito che il Paese si trova sull’orlo di un disastro umanitario.

    È giunta inoltre la notizia dello scoppio di un’epidemia di morbillo – potenzialmente mortale – presso l’aeroporto della capitale, Bangui, dove circa 100 mila persone si sono radunate alla ricerca di un rifugio dagli scontri tra milizie rivali. Almeno 7 casi di morbillo sono stati confermati finora e l’Unicef e altre organizzazioni umanitarie hanno iniziato le vaccinazioni, che dovrebbero riguardare 210 mila bambini sfollati nella capitale. Souleymane Diabate, rappresentante Unicef in Repubblica Centrafricana, ha dichiarato: “Questa è una combinazione letale per i bambini, e a meno che non si agisca ora, potremmo avere un disastro nelle nostre mani.”

    Intanto secondo l’agenzia di stampa Reuters, il presidente ad interim della Repubblica Centrafricana, Michel Djotodia, avrebbe ricevuto pressioni volte ad ottenere le sue dimissioni in occasione dell’incontro fra i leader regionali del Paese, che si terrà oggi nella capitale del Ciad, N’Djamena. Il presidente è accusato di non aver saputo porre fine alla violenza. Egli non sarebbe infatti riuscito a mantenere il controllo delle sue milizie, i ribelli Seleka, che dopo aver preso il potere a marzo hanno messo in atto un’ondata di violenze e saccheggiamenti. “È finita per lui adesso”, avrebbe detto una fonte vicina a Djotodia.

    Fonti diplomatiche fanno inoltre sapere che l’Unione Europea sta considerando l’invio immediato di truppe a Bangui. I diplomatici dell’Ue discuteranno le proposte domani e, se una di esse avrà l’appoggio di 28 governi, le truppe potrebbero essere inviate entro poche settimane. La Francia ha già schierato 1600 soldati per cercare di porre fine alla violenza. Anche l’Unione Africana è già intervenuta, inviando circa 4 mila soldati.

    Dallo scorso dicembre gli scontri nella Repubblica Centrafricana hanno ucciso più di mille persone e secondo le Nazioni Unite 935 mila persone sono state cacciate dalle loro case. La Repubblica Centrafricana ha avuto una situazione interna instabile fin dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960 ed è uno dei Paesi meno sviluppati al mondo.

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