Sarà senz’altro un caso se il parlamento europeo ha scelto Guy Verhofstadt, ex premier belga e appassionato sostenitore del federalismo europeo, come suo rappresentante per i prossimi negoziati sulla Brexit.
Sarà senz’altro un caso, ma non è una scelta priva di significato, dato che Verhofstadt è nemico giurato e veemente degli euroscettici di tutto il continente e non ha certo un buon rapporto né con l’Ukip, né tantomeno col suo ex leader Nigel Farage che la settimana scorsa lo ha definito un fanatico.
In realtà il parlamento avrà un ruolo limitato nei negoziati con il primo ministro britannico Theresa May che saranno avviati quando il Regno Unito sarà pronto ad affrontare il processo di divorzio dall’Unione Europea, ma saranno i membri del parlamento europeo a votare gli accordi.
Verhofstadt, che in passato ha partecipato ai negoziati con David Cameron per convincere Londra a restare in Europa, dopo il referendum sulla Brexit ha sostenuto le aspirazioni indipendentiste di quanti, in Scozia, avevano votato contro l’uscita dall’Ue.
In parlamento, il federalista belga si è spesso scontrato con Farage e con Syed Kamall, membro dei conservatori britannici favorevole alla Brexit. Quando Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra sostenitore del divorzio con l’Ue, si era ritirato dalla corsa alla leadership Tory, Verhofstadt aveva detto che i fautori della Brexit erano “come ratti che abbandonano una nave che affonda”.
I preparati per i negoziati
Il parlamento europeo è dominato dai membri europeisti, i quali temono che un accordo troppo generoso con il Regno Unito possa incoraggiare altre spinte centrifughe. Soprattutto, ritengono che il paese non debba avere libero accesso ai mercati Ue nel momento in cui decide di chiudere le porte all’immigrazione europea.
I negoziati, tuttavia, saranno condotti dal braccio esecutivo dell’Ue, la Commissione europea. Il suo presidente Jean-Claude Juncker ha nominato Michel Barnier, un ex ministro conservatore francese, membro del parlamento europeo e commissario Ue, alla guida dei colloqui.
I 27 stati membri dovranno dare il loro assenso agli accordi e parteciperanno ai negoziati attraverso il Consiglio europeo. Il suo presidente Donald Tusk ha nominato il diplomatico belga Didier Seeuws, ex portavoce del governo Verhofstadt, come coordinatore del Consiglio durante i negoziati.
In linea teorica, i colloqui formali non possono cominciare prima che Londra notifichi ufficialmente la sua volontà di innescare il processo di uscita dall’Ue, ma May ha fatto sapere che questo non avverrà nel corso di quest’anno. Intanto, è probabile che si cominci a parlare dei possibili esiti e accordi in via informale.
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