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    In Venezuela la settimana lavorativa di due giorni per risparmiare energia

    Il prolungato periodo di siccità ha causato una grave crisi energetica e il governo è stato costretto a imporre restrizioni per limitare i consumi di elettricità

    Di TPI
    Pubblicato il 27 Apr. 2016 alle 13:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:32

    Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ordinato ai funzionari pubblici di lavorare solo due giorni a settimana, il lunedì e il martedì, per risparmiare energia elettrica e superare la grave crisi energetica che sta colpendo il paese.

    Il vice presidente Aristobuli Isturiz ha annunciato che nel settore pubblico mercoledì, giovedì e venerdì saranno giorni di riposo finché la crisi energetica causata dalla prolungata siccità non sarà risolta. La misura di emergenza interesserà oltre due milioni di funzionari pubblici.

    Nelle settimane precedenti, il governo venezuelano aveva iniziato a razionare la fornitura di energia elettrica per quattro ore al giorno per i prossimi quaranta giorni in alcune zone del paese più popolate, e aveva imposto un orario di apertura più corto per i negozi.

    Inoltre aveva deciso un cambiamento di fuso orario di 30 minuti, creato altri giorni di ferie e ridotto a sei le ore di lavoro nei ministeri e chiuso le scuole, dall’asilo ai licei, tutti i venerdì.

    Il presidente Nicolas Maduro ha spiegato ai cittadini che il Venezuela è stato danneggiato da El Niño, un fenomeno climatico annuale che ha provocato una prolungata siccità, ma la situazione tornerà alla normalità appena ricomincerà a piovere.

    “Stiamo richiedendo aiuto internazionale, assistenza tecnica e finanziaria per gestire la situazione nel miglior modo possibile nell’attesa dell’arrivo della pioggia”, ha detto il presidente venezuelano.

    Le misure rischiano di acuire la seria crisi economica del Venezuela innescata dal crollo del prezzo del petrolio, unica reale fonte di introiti per il governo. Nel 2015 il Pil è crollato del 10 per cento.

    Il deficit è schizzato al 20 per cento del Pil, finanziato stampando moneta, e l’inflazione è così arrivata al 200 per cento. Mancano beni di prima necessità e si è sviluppato un fiorente mercato nero parallelo in dollari.

    Le opposizioni criticano Maduro per non aver sviluppato centrali termoelettriche come fonte alternativa di energia all’acqua. La principale centrale idroelettrica del paese è l’impianto di Guri a Bolivar, che fornisce il 70 per cento dell’energia elettrica nazionale e le cui forniture di acqua sono a un livello basso in modo anomalo.

    Non è la prima volta che il Venezuela deve affrontare una grave crisi energetica. Già nel 2010 l’ex presidente Hugo Chavez fu obbligato a razionare l’energia elettrica durante un periodo di siccità.

    Nella foto sotto: ol ministro dell’Energia elettrica venezuelano Luis Motta visita una zona colpita dalla siccità. Credit: Reuters

     

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