Il Venezuela è ancora teatro di una crisi politica ed economica, da quando a inizio gennaio 2019 il leader dell’opposizione Juan Guaidò ha sfidato il presidente Nicolas Maduro non riconoscendone il ruolo di capo di Stato.
Dopo sei mesi di stallo politico, manifestazioni e un tentato colpo di Stato finito con un nulla di fatto continua ad aumentare il numero di venezuelani che hanno lasciato il paese.
Come riportato dall’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono 4 milioni i cittadini che hanno abbandonato il Venezuela.
Il dato più allarmante è il ritmo dell’esodo: dai circa 695.000 segnalati alla fine del 2015, il numero di rifugiati e migranti provenienti dal Venezuela ha infatti superato i 4 milioni, di cui un milione nei ultimi sette mesi, dal novembre 2018.
La maggior parte dei venezuelani ha cercato rifugio nei paesi latinoamericani limitrofi, primo fra tutti la Colombia, dove sono arrivati 1,3 milioni di cittadini. Secondo paese per numero di migranti è il Perù, con 768mila venezuelani arrivati nel paese.
Seguono il Cile con 288mila migranti, l’Ecuador (263mila), il Brasile (168mila) e l’Argentina (130mila).
Anche Messico e altri paesi dell’America centrale e dei Caraibi sono diventati meta dei venezuelani che hanno lasciato il proprio paese.
Nei primi mesi della crisi del 2019 diversi paesi confinanti con il Venezuela avevano chiuso o minacciato di chiudere i propri confini per bloccare il flusso di migranti.
“Queste cifre allarmanti evidenziano l’urgente necessità di sostenere le comunità nei Paesi di accoglienza”, ha spiegato Eduardo Stein, rappresentante speciale per i rifugiati e gli immigrati venezuelani dell’Unhcr e dell’Oim.
L’Onu a dicembre, quando ancora la crisi non aveva raggiunto le proporzioni attuali, aveva avviato un piano di aiuti, ma dopo sette mesi è finanziato solo al 21 per cento.
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