Il Venezuela è schiacciato da una crisi economica senza precedenti.
Per cercare di sollevare le finanze dello Stato e dei cittadini, il presidente Nicolas Maduro ha avviato una riforma del sistema finanziario ed economico. Il “bolivar forte” è stato sostituito dal “bolivar sovrano”: la nuova moneta è stata privata di cinque zeri ed è ancorata alla criptomoneta “Petro” legata alle riserve petrolifere venezuelane.
L’obiettivo che il governo vuole raggiungere è fermare l’iperinflazione esistente nel paese. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’inflazione toccherà un milione per cento nel 2018.
Su Twitter Maduro ha assicurato di avere “individuato la formula rivoluzionaria che mette il lavoro al centro, per un riequilibrio generale della società, basato sulla produzione di beni e la remunerazione del salario”.
“Sconfiggeremo definitivamente il modello perverso che ha dollarizzato i prezzi, e la schiavitù di dover ogni giorno vedere il valore del biglietto verde”, ha concluso il presidente.
L’opposizione non condivide le posizioni di Maduro e denuncia che la riforma monetaria porterà “nuove sofferenze ai venezuelani”.
José Guerra, deputato dell’Assemblea nazionale (controllata dall’opposizione) e membro della Commissione Finanze, ha denunciato che le misure adottate dal governo “hanno svalutato la moneta nazionale del 1.300 per cento da un giorno all’altro”.
Al centro della manovra economica, si colloca anche un forte aumento di salario minimo, dell’Iva (dal 12 al 16 per cento) e della benzina, nonché una flessibilizzazione del mercato dei cambi.
La legge stabilisce che “salari, pensioni e qualsiasi altra prestazione dovranno adeguarsi alla nuova denominazione”. Non dovranno invece essere sostituiti i libretti degli assegni che riportano la vecchia denominazione.
“Ci sarà molta confusione nei prossimi giorni per i consumatori e il settore privato. Lo scenario è caotico”, ha previsto Asdrubal Oliveros, direttore di Ecoanalitica.
Tra i provvedimenti previsti da Maduro c’è l’aumento di 34 volte dei salari minimi, il quinto effettuato quest’anno, che comunque non basterà nemmeno a comprare due chili di carne: il nuovo salario minimo varrà mezzo petro (1.800 bolivar), circa 28 dollari al mercato nero.
Schiacciati dalla crisi, milioni di venezuelani sono fuggiti dal paese ma per chi resta le condizioni per potere comprare beni, e fare la spesa, sono diventate proibitive.