Il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela ha proclamato la vittoria del partito Socialista Unito del presidente Nicolas Maduro in 17 su 23 governatorati del paese, durante le elezioni amministrative tenutesi domenica 15 ottobre 2017. L’opposizione ha accusato il governo di brogli.
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Nonostante le proteste di piazza, la contestata riforma costituzionale, la sospensione di alcune istituzioni e figure istituzionali e la crisi economica dilagante, il partito del presidente si conferma il primo del paese.
Il Tavolo di opposizione democratica, la maggiore formazione a radunare l’opposizione contro Maduro, è riuscito a conquistare solo cinque amministrazioni su 23. Gli oppositori del presidente venezuelano hanno anche accusato le autorità di aver influenzato le elezioni con diverse irregolarità.
Gerardo Blyde, direttore della campagna elettorale dell’opposizione, ha detto che “né i venezuelani né il mondo accetteranno questa farsa”. Il presidente Maduro ha invece definito la vittoria del partito Socialista Unito “una prodezza morale e politica”.
“Tendo fin da ora la mano ai cinque governatori di opposizione”, ha aggiunto il presidente Maduro. “Respingo le grida di brogli lanciate da alcuni dirigenti della destra”.
Il presidente venezuelano ha anche riferito di aver ricevuto le congratulazioni per la vittoria sia da parte del calciatore argentino Diego Armando Maradona e del presidente boliviano Evo Morales.
Tibisay Lucena, presidente del Consiglio nazionale elettorale ha sottolineato la “grande e inaspettata partecipazione” popolare al voto tenutosi domenica 15 ottobre, con una percentuale di votati intorno al 61 per cento.
Il Consiglio è dominato da membri vicini alla coalizione di governo ed è stato più volte accusato dall’opposizione di aver favorito il partito del presidente Maduro. Questo organo è finito nel mirino degli oppositori del presidente durante le contestate elezioni per l’assemblea costituente voluta da Maduro e tenutesi a luglio 2017.
Secondo l’opposizione, il sistema utilizzato per il conteggio dei voti, in quell’occasione, favoriva i candidati vicini al presidente ed era stato pensato per manipolare la volontà popolare. In questa occasione invece, il Consiglio ha deciso di cambiare sistema di conteggio dei voti.
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