Il Venezuela ha deciso di chiudere per 72 ore il confine con la Colombia, nel tentativo di combattere il contrabbando transfrontaliero delle organizzazioni criminali.
Secondo l’impopolare presidente Nicolas Maduro, ritenuto il principale responsabile della grave crisi economica nel paese sudamericano, i traffici della malavita al confine tra il Venezuela e la Colombia stanno danneggiando enormemente l’economia dello stato sudamericano.
I beni sovvenzionati dal governo di Caracas, inclusi benzina e diesel, sono rivenduti oltre confine con alti margini di profitto.
Domenica 11 dicembre 2016 Maduro aveva annunciato un’altra misura per contrastare il contrabbando: ritirare dalla circolazione le banconote da 100 bolivar e sostituirle con monete.
Secondo il presidente, il taglio da 100 bolivar (il più alto e il più diffuso nel paese), che oggi vale circa due centesimi di euro, è quello più comunemente utilizzato dai contrabbandieri.
Gli oppositori criticano la decisione di ritirare le banconote da 100 bolivar, non condividendo la tesi di Maduro sulla responsabilità delle “mafie” nella crisi economica e nella scarsità dei beni di prima necessità.
Mentre la chiusura del confine rappresenta un serio problema per quanti vivono e lavorano tra i due paesi, il presidente ha assicurato che la frontiera sarà riaperta dopo che le banconote da 100 bolivar cesseranno di avere validità, mercoledì 14 dicembre 2016.
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