Il vaccino contro il Covid a cui sta lavorando l’università di Oxford insieme all’azienda AstraZeneca genera una forte risposta immunitaria tra gli anziani, il gruppo più vulnerabile. Lo riporta il Financial Times, parlando di “speranze” generate dai trial. Due fonti citate dal quotidiano come al corrente degli studi in corso hanno sostenuto che il vaccino in questione genera tra gli anziani gli anticorpi e i cosiddetti linfociti T, ovvero le cellule il cui compito principale è identificare e uccidere gli agenti patogeni invasori o le cellule contagiate.
I nuovi risultati sono in linea con i dati pubblicati a luglio, che hanno mostrato “risposte immunitarie robuste”, in un gruppo di adulti sani tra i 18 e i 55 anni sottoposti al vaccino. La notizia anticipata dal Financial Times, in realtà, non garantisce che il vaccino in questione alla fine si dimostri sicuro ed efficace nelle persone anziane. Questo si saprà solo quando saranno stati analizzati i dati completi del processo clinico per il gruppo di età. Ad ogni modo, gli ultimi sviluppi sono incoraggianti per i ricercatori e i dettagli verranno presto pubblicati su una rivista clinica.
Il vaccino Oxford-AstraZeneca è uno dei tre opzionati dall’Ue e, quindi, dall’Italia. Lo Jenner Institute della Oxford University sta realizzando il vaccino in partnership con la Irbm (Istituto di ricerca di biologia molecolare) di Pomezia. Le sperimentazioni cliniche sono nella fase 3, l’ultima prima di sapere esattamente se è sicuro e se permette di proteggere la popolazione dalla malattia. Dopodiché bisognerà attendere l’approvazione degli enti regolatori prima che il vaccino possa essere immesso sul mercato.
Burioni: “Notizia fantastica, è l’ultimo chilometro”
Il virologo Roberto Burioni ha commentato i dati incoraggianti sul vaccino in un post su Facebook. “Il vaccino AstraZeneca-Oxford sembra essere in grado di stimolare una robusta risposta immunitaria anche negli anziani. Non potete immaginare quanto buona sia questa notizia. È fantastica. È una indiscrezione del Financial Times ma se è vera è proprio da essere felici”, ha scritto l’esperto.
“Se – come sembra – il vaccino induce un’ottima produzione di anticorpi e altre risposte immunitarie anche negli anziani questo significa che quando sarà dimostrata la sua efficacia nella popolazione generale (siamo tutti con il fiato sospeso attendendo il risultato del trial) è legittimo aspettarsi che sarà efficace anche negli anziani. Il che – credetemi – è importantissimo nella lotta contro questo virus. Come ho detto e ripetuto, ancora non sappiamo se un vaccino funzionerà. Ma tra pochissimo lo sapremo e speriamo siano buone notizie. Non è possibile fare alcuna previsione sulle date, ma teniamo duro perché potremmo essere davvero all’ultimo chilometro di una difficilissima tappa in salita, e se non molliamo possiamo vincerla”.
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