Perché il vaccino contro l’influenza potrebbe proteggere dal Coronavirus
Il vaccino contro l’influenza potrebbe proteggere dal Coronavirus: lo rivela un nuovo studio effettuato dall’Università di Hong Kong e pubblicato sulla rivista Lancet. Finora è stato detto che la vaccinazione serviva perlopiù a distinguere le due infezioni, dal momento che i sintomi si assomigliano, permettendo al personale sanitario di avere un quadro clinico chiaro ancora prima di un eventuale tampone. La scoperta dell’Università di Hong Kong, però, ora cambia le carte in tavola. I ricercatori hanno condotto degli esperimenti in vitro, infettando alcuni tessuti umani con i virus della Sars e della Mers con il virus influenzale aviario ad alta patogenicità H5N1 e con quello influenzale pandemico del 2009 osservando una “sovraespressione di recettori ACE2 nelle cellule epiteliali alveolari dopo l’infezione con i virus dell’influenza”. “Se replicata in un campione più ampio – si legge nel report – questa sovraespressione potrebbe suggerire che una recente esposizione al virus dell’influenza potrebbe peggiorare l’esito di Covid-19”. Gli studiosi poi invitano a effettuare ulteriori ricerche sul tema: “Dovrebbe essere definito il ruolo dell’espressione dell’ACE2 durante l’infezione influenzale e dovrebbero essere studiate le sue implicazioni sulla suscettibilità e sulla gravità dell’infezione da SARS-CoV-2”.
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L’ACE2 è la “porta d’ingresso” del virus nelle cellule. Così come spiegato da Paolo Bonanni, epidemiologo e professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze, al Corriere della Sera, lo studio “ci dice che se c’è un’infezione da virus influenzale c’è anche un’espressione maggiore sulle cellule dell’apparato respiratorio di questo recettore ACE2, che è quello che permette al virus di entrare. Questo vuol dire che quando arriva, il Covid-19 ha più probabilità di infettare le cellule, ci sono più recettori che potrebbero favorire il suo ingresso”. Secondo l’esperto, inoltre, questo è un ulteriore motivo per vaccinarsi in vista della prossima stagione influenzale. “Avevamo già due buoni motivi per vaccinarci contro l’influenza: primo, avere due infezioni virali che circolano in simultanea è un problema, perché un soggetto può essere già indebolito dal virus influenzale quando dovesse contagiarsi con SARS-CoV2; secondo, perché due virus che co-circolano creano dubbi dal punto di vista diagnostico e del percorso che uno dovrebbe seguire se e quando dovesse essere ricoverato in ospedale. Adesso c’è il terzo motivo, di tipo biologico, dato che l’infezione da virus influenzale potrebbe aprire la porta più facilmente al Covid-19, perché dopo un’influenza ci sarebbero più “serrature” nelle cellule da poter aprire per SARS-CoV2”.
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