La Procura europea sta indagando sui messaggi scambiati tra la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ai tempi dei negoziati tra Bruxelles e il colosso farmaceutico statunitense per l’acquisto di vaccini anti-Covid. Al momento però, nessuno dei due risulta ufficialmente indagato né è stato accusato di aver commesso uno specifico reato.
L’indiscrezione, proveniente da un portavoce della procura di Liegi, è stata pubblicata dalla versione europea del portale americano Politico, che in proposito cita anche una serie di documenti legali interni allo European Public Prosecutor’s Office.
Negli ultimi mesi, secondo il portale statunitense, gli investigatori della Procura europea hanno preso il posto della Procura belga che indagava su von der Leyen per “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di sms, corruzione e conflitto di interessi”.
L’indagine era stata aperta all’inizio dello scorso anno dopo una denuncia presentata dal lobbista belga Frederic Baldan, a cui si sono poi aggiunte le istanze dei governi di Ungheria e Polonia.
La prima denuncia citava proprio un presunto scambio di messaggi tra von der Leyen e Bourla durante i negoziati per l’accordo da oltre 20 miliardi di euro volto all’acquisto comunitario dei vaccini anti-Covid di Pfizer, rivelato per la prima volta dal New York Times.
Al momento, lo European Public Prosecutor’s Office non ha disposto provvedimenti contro la presidente della Commissione Ue né contro l’ad di Pfizer. Tuttavia, la notizia rischia di danneggiare le chance dell’ex ministra della Difesa tedesca di tornare alla guida dell’esecutivo comunitario dopo le elezioni europee di giugno.
Malgrado le indagini aperte in Belgio e le interrogazioni parlamentari, finora la Commissione si è sempre rifiutata di rivelare il contenuto degli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla, di cui non ha mai nemmeno ufficialmente confermato l’esistenza.
L’accordo, negoziato nel 2021, ha consentito agli Stati membri dell’Ue l’accesso a un’enorme quantità di vaccini portando anche però, secondo Politico, allo spreco di almeno 4 miliardi di euro di dosi e costringendo le parti a una rinegoziazione dei termini del contratto.