L’Italia ha bloccato l’esportazione di 250 milioni di dosi di vaccino AstraZenca verso l’Australia. Potrebbe trattarsi però solo di una goccia nel mare di esportazioni partite dalla Ue. Secondo Bloomberg finora sono state circa 34 milioni le dosi uscite dall’Unione europea verso altri Paesi. Nonostante da gennaio sia in vigore il regolamento europeo sugli export dei vaccini, infatti, l’Ue ha continuato a esportare ben 34 milioni di dosi a 31 paesi extra-europei.
Finora il primo e unico premier a rispettare il regolamento deciso a Bruxelles è stato Mario Draghi, che come detto ha bloccato 250mila dosi Astrazeneca in partenza dall’Italia verso l’Australia. Delle 34 milioni di dosi esportate, 9,1 milioni sono finite al Regno Unito, 954 mila agli Stati Uniti e 3,9 milioni al Canada. Bloomberg cita un documento riguardante le spedizioni effettuate fino al 9 marzo scorso, “distribuito agli ambasciatori presso l’Ue”. In tutto le esportazioni hanno riguardato 31 Paesi e sono state 249 su 258 le richieste di export autorizzate. Se confermata, la notizia di Bloomberg, getta nuova luce sulle mancate consegne di dosi che hanno contraddistinto il primo trimestre e riguardato soprattutto AstraZeneca. Non solo: sarebbe la conferma dei sospetti della Ue che a decidere l’export di vaccini verso Paesi extra europei siano ragioni di tipo commerciale.
Intanto anche Johnson&Johnson ha annunciato un possibile taglio delle consegne nel secondo trimestre, ma Bruxelles ha minimizzato affermando di avere dosi a sufficienza per raggiungere l’obiettivo di immunizzare il 70% dei cittadini europei entro l’estate. Intanto la presidente della Commissione europea Ursula von der Layen ha annunciato: “Per affrontare le varianti aggressive del virus e per migliorare la situazione nei punti critici, è necessaria un’azione rapida e decisa. Sono lieta di annunciare oggi un accordo con BioNTech-Pfizer, che offrirà agli Stati membri di mettere a disposizione un totale di 4 milioni di dosi di vaccini entro la fine di marzo che verranno fornite in aggiunta alle consegne già previste. Ciò aiuterà gli Stati membri nei loro sforzi per tenere sotto controllo la diffusione di nuove varianti”. “Per l’Italia – precisano fonti di palazzo Chigi – ciò equivale ad una quota aggiuntiva di 532mila dosi che saranno consegnate nelle ultime due settimane di marzo e che aiuteranno ad affrontare l’emergere di nuovi contagi e varianti”.
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