Lo scandalo Cambridge Analytica e l’hashtag #deletefacebook | L’interrogatorio di Mark Zuckerberg davanti al Congresso degli Stati Uniti | Il sondaggio di Techpinions
Lo scandalo Cambridge Analytica e l‘hashtag #deletefacebook
Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, il co-fondatore di WhatsApp, Brian Acton, ha detto che è arrivato il momento di cancellare Facebook. “It’s time. #deletefacebook”, ha scritto Acton sul suo account Twitter.
L’hashtag #deletefacebook ha iniziato a diffondersi sui social dopo la pubblicazione dell’inchiesta giornalistica sulla massiccia violazione dei dati degli utenti di Facebook messa in atto dalla società britannica Cambridge Analytica, legata a Steve Bannon, l’ex consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
L’interrogatorio di Mark Zuckerberg davanti al Congresso degli Stati Uniti
Il 10 aprile 2018 Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Facebook, ha testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti sullo scandalo Cambridge Analytica (tutto quello che c’è da sapere).
Zuckerberg, vestito in giacca e cravatta, è comparso davanti alle commissioni di Giustizia e Commercio del Senato, e il giorno successivo alla Camera dei rappresentanti.
L’amministratore delegato di Facebook si è sottoposto a un interrogatorio lungo 10 ore, durante il quale i senatori hanno approfondito la regolamentazione del governo in merito alla violazioni di dati, lo scandalo di Cambridge Analytica in generale e il potere effettivo che i social media acquisiscono dalla società.
Zuckerberg si è scusato per non aver fatto abbastanza per proteggere i dati degli utenti:
“Non abbiamo avuto una visione abbastanza ampia delle nostre responsabilità, e questo è stato un grosso errore”.
“Ed è stato un mio errore. E mi dispiace. Ho fondato Facebook, lo gestisco io e sono responsabile di tutto ciò che accade qui”, ha detto.
Il sondaggio di Techpinions
Ad un certo punto dell’interrogatorio, Zuckerberg ha parlato anche dell’effetto che il recente scandalo, seguito dalla diffusione dell’hashtag #deletefacebook, ha avuto sugli utenti di Facebook.
“Non penso che ci sia stato alcun impatto significativo per quello che abbiamo potuto vedere finora”, ha detto. Anche se le sue affermazioni potrebbero non essere totalmente accurate, almeno secondo un sondaggio del gruppo di ricerca Techpinions.
La società, infatti, ha chiesto a un campione rappresentativo di mille cittadini statunitensi i loro sentimenti nei confronti di Facebook, e i risultati hanno mostrato che:
Il 28 per cento delle persone intervistate non ha mai avuto fiducia nella privacy di Facebook, il 17 per cento ha cancellato l’app di Facebook dal proprio telefono per problemi di privacy.
E ancora: il 35 per cento degli utenti afferma di usare Facebook meno di quanto lo utilizzasse prima dello scandalo, il 9 per cento ha cancellato del tutto il proprio account. Il 39 per cento si ritiene “molto consapevole” e il 37 per cento dichiara di essere “abbastanza consapevole” dello scandalo di Cambridge Analytica.
Attualmente, per rimediare ai danni causati dallo scandalo, l’unica soluzione sarebbe quella di rendere Facebook un servizio a pagamento. In questo modo il social media non dovrebbe fare affidamento sulla pubblicità per guadagnare.
Ma quando Techpinions ha chiesto alle persone se fossero interessate a un social media a pagamento, il 59 per cento degli intervistati ha detto di no.