Continuano gli adii all’Amministrazione Trump. Dopo il segretario degli Interni Ryan Zinke, il 20 dicembre 2018 anche il segretario alla Difesa Jim Mattis ha presentato le sue dimissioni.
La notizia è stata data dal presidente stesso tramite Twitter: il Taycoon ha cercato di presentare la decisione di Mattis come un pensionamento anticipato, ma il segretario in realtà si sarebbe dimesso perché in contrasto con la politica estera del presidente.
L’annuncio infatti è arrivato il giorno dopo la decisione di Trump di ritirare le truppe stanziate in Siria e poco dopo il presidente ha anche dichiarato che presto anche 7mila militari in Afghanistan faranno ritorno a casa.
Nella lettera di dimissioni inviata al presidente, Trump ha detto di aver sempre “trattato gli alleati con rispetto” e aver usato “il potere americano per garantire la difesa comune”.
“Il presidente merita di avere un segretario della Difesa le cui opinioni siano allineate con le proprie, per questo credo che sia meglio che lasci il mio posto”, ha scritto Mattis, specificando che manterrà la sua carica fino a febbraio 2019.
L’ex segretario non ha parlato apertamente del ritiro delle truppe americane dal Medio Oriente come causa del suo addio alla Casa Bianca, ma aveva affermato in precedenza che una simile operazione sarebbe stata “un errore strategico”.
Il generale Mattis si era trovato in disaccordo con il presidente anche su altri temi, come la Russia e la Nato.
L’Afghanistan – Dopo l’annuncio del ritiro delle truppe della Siria, l’amministrazione Trump ha in programma di ridurre la presenza dei militari americani anche in Afghanistan, secondo quanto riferito dai media locali.
Il presidente vuole ritirare 7mila soldati, circa la metà di quelli presenti nel paese.
Prima della sua elezione, Trump aveva ripetutamente affermato di voler lasciare l’Afghanistan, ma nel 2017 invece deciso di mantenere la presenza americana nel paese vista l’instabilità che continua a regnare nel paese.
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