Il governo degli Stati Uniti ha intenzione di ritirare le truppe stanziate in Siria, secondo quanto riferito dai media internazionali che citano fonti vicine al presidente Trump, che già in precedenza aveva affermato di voler lasciare il paese mediorientale.
Gli Usa hanno ancora 2mila soldati schierati in Siria con il compito di combattere lo Stato islamico e negli anni hanno fornito il loro aiuto alle milizie curde e arabe note come Forze democratiche siriane (o SDF), appoggio che la Turchia non ha mai approvato.
Le indiscrezioni sul ritiro delle truppe americane dalla Siria arrivano dopo le minacce di Ankara di dare il via ad una nuova azione militare nel territorio siriano.
Le forze statunitensi in Siria sono state spesso accusate da Erdogan di essere un fattore stabilizzante e di aver in qualche modo limitato le azioni della Turchia contro le SDF.
Anche dopo il ritiro dalla Siria, tuttavia, gli Usa manterrebbero una presenza considerevole nella regione: gli Ststi Uniti infatti hanno ancora più di 5mila soldati stanziati nel vicino Iraq e da lì Washington potrebbe comunque continuare a lanciare attacchi aerei contro la Siria.
Nelle ultime settimane, la coalizione a guida Usa che combatte contro l’Isis ha effettuato centinaia di raid contro i miliziani dello Stato islamico e il 14 dicembre i combattenti curdi hanno ripreso il controllo dell’ultima città siriana ancora nelle mani di Daesh, Hajin.
Centinaia di soldati statunitensi hanno anche addestrato forze locali a At Tanf, nel sud della Siria, dove le forze filo-governative sostenute dalla Russia stanno cercando di affermare il loro potere per ridurre la presenza degli Stati Uniti nell’area.
Gli ufficiali del Pentagono, però, sarebbero contrari alla decisione della Casa Bianca: il ritiro delle truppe infatti permetterebbe a Russia e Iran di aumentare le loro influenza nella regione in generale e in Siria in particolare, oltre a mettere a repentaglio la sicurezza dei combattenti curdi, da sempre osteggiati dalla Turchia.