Il 5 novembre gli Stati Uniti hanno ripristinato le sanzioni contro l’Iran annullate a seguito della firma dell’accordo sul nucleare del 2015, come era stato già annunciato dal presidente Trump nei giorni scorsi
Le sanzioni colpiscono tanto l’Iran quanto coloro che commerciano con il paese degli ayatollah, anche se otto paesi potranno ancora continuare a importare petrolio senza conseguenze.
L’obiettivo di Trump è intervenire sul mercato del greggio e delle banche, elementi centrali nell’economia dell’Iran.
“Le sanzioni sono molto forti, sono le più forti che abbiamo mai imposto e vedremo cosa accadrà all’Iran, ma non faranno del bene, ve lo assicuro”.
Le conseguenze – Gli Stati Uniti stanno gradualmente ripristinando le sanzioni da mesi, ma secondo gli analisti questo ultimo round è di gran lunga il più significativo e quello di maggiore impatto.
Più di 700 persone, aziende, imbarcazioni e aeromobili sono adesso nell’elenco delle entità colpite dalle sanzioni, tra cui rientrano anche le principali banche, gli esportatori di petrolio e le compagnie di navigazione.
Il segretario statunitense Mike Pompeo ha dichiarato che più di 100 grandi compagnie internazionali hanno interrotto i loro investimenti in Iran a causa delle incombenti sanzioni.
Inoltre, ha affermato che le esportazioni di petrolio sono diminuite di quasi un milione di barili al giorno, mettendo in crisi la principale fonte di finanziamento del paese.
Anche la rete Swift con sede a Bruxelles, che opera nel settore dei pagamenti internazionali, sembra intenzionata a lasciare il paese, isolando l’Iran dal sistema finanziario internazionale.
La reazione del presidente iraniano – Hassan Rouhani ha reagito all’entrata in vigore della seconda tranche di sanzioni imposte a Teheran dagli Stati Uniti affermando che il suo paese continuerà a vendere petrolio nonostante le nuove misure.
Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Irna, durante una riunione tenuta con alcuni deputati e dirigenti del ministero dell’Economia di Teheran, Rouhani ha detto che “l’Iran è disponibile al dialogo con gli Stati Uniti”, se il presidente Donald Trump rispetterà gli impegni presi.
L’Iran “non ha problemi con i negoziati” finchè l’altro partner “onora la propria parola e gli impegni”, ha dichiarato Rouhani.
Migliaia di iraniani sono scesi in piazza il 4 novembre per manifestare contro il ripristino delle sanzioni e l’Amministrazione Trump.
Le forze armate iraniane hanno anche dichiarato che avrebbe organizzato esercitazioni di difesa aerea tra lunedì 5 e martedì 6 novembre per mostrare le capacità militari del paese.
Le manifestazioni si sono svolte nel 39esimo anniversario dell’occupazione dell’ambasciata statunitense a Teheran, che ha portato all’interruzione delle relazioni diplomatiche tra Iran e Usa.
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