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    Gli Stati Uniti introducono nuove restrizioni sui visti per i cittadini provenienti da quattro paesi

    Il provvedimento riguarda Cambogia, Eritrea, Guinea e Sierra Leone, accusati di non accettare il rimpatrio dei connazionali espulsi dagli Usa

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 14 Set. 2017 alle 14:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:37

    Gli Stati Uniti introducono restrizioni al rilascio di diversi tipi di visti ad alcuni cittadini provenienti da Cambogia, Eritrea, Guinea e Sierra Leone. La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa Reuters.

    Le nuove regole sono entrate in vigore nella giornata di ieri e non avranno ripercussioni sulle richieste di visto già accettate.

    I paesi colpiti dal provvedimento sono accusati di non accettare il rimpatrio dei propri connazionali espulsi da Washington.

    Le nuove direttive rappresentano l’ultimo impegno da parte del presidente statunitense, Donald Trump, nella lotta all’immigrazione clandestina negli Usa.

    Nei documenti inviati dal segretario di Stato, Rex Tillerson, ai funzionari consolari sparsi in tutto il mondo, si legge che i quattro paesi interessati alle restrizioni stavano “impedendo o ritardando senza alcun motivo plausibile” il rimpatrio dei loro connazionali.

    Martedì, nel corso di una conferenza stampa, la portavoce del dipartimento di Stato, Heather Nauert, ha affermato che i tipi di restrizioni applicate variano di paese in paese.

    Le sanzioni più pesanti riguardano i cittadini eritrei. La maggior parte dei visti turistici o per lavoro emessi nel loro paese d’origine sarà respinta dagli Stati Uniti.

    Per quanto riguarda la Guinea, Washington non emetterà più visti turistici, di lavoro e di studio ai funzionari del governo e ai loro familiari più stretti.

    Nelle carte diffuse dal dipartimento di Stato Usa si legge che “le limitazioni non sono applicabili ai guineani che richiederanno il visto fuori dal loro paese”.

    Il portavoce del governo della Guinea, Damantang Albert Camara, si è detto sorpreso dalla decisione delle autorità statunitensi, ma ha aggiunto che “il nostro ministro degli Esteri è al lavoro per far tornare la situazione alla normalità”.

    Camara ha aggiunto che “la Guinea non ha mai avuto intenzione di impedire il rimpatrio dei suoi connazionali espulsi dagli Usa”.

    A non ottenere i visti turistici in Cambogia saranno solamente i dipendenti di alto rango del ministero degli Esteri di Phnom Penh e i loro familiari. Anche in questo caso, le restrizioni sono applicabili solo alle richieste effettuate nel paese d’origine.

    Possono essere fatte eccezioni solo in caso di motivi umanitari o per diretto interesse degli Stati Uniti.

    Thomas Homan, direttore facente funzione dello United States Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale cui spetta il compito di controllare l’immigrazione negli Usa, ha detto che “i cittadini americani hanno ricevuto danni a causa delle scelte dei governi stranieri che non vogliono prendere indietro i loro connazionali espulsi”.

     

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