usa primarie democratiche tulsi gabbard – È stata Tulsi Gabbard la più cercata su Google al termine del primo dibattito televisivo tra i dieci candidati del Partito Democratico in corsa per le primarie in vista delle elezioni presidenziali del 2020.
Stando ai dati riportati da The Daily Best, alla fine del confronto in diretta tv, Gabbard, candidata anti-establishment e prima donna induista a essere eletta al Congresso, ha occupato il 40 per cento delle ricerche negli Stati Uniti, rispetto al 17 per cento della senatrice Elizabeth Warren e al 19 per cento del sindaco di New York Bill de Blasio.
Un dato significativo ma che non sembra corrispondere effettivamente alle potenzialità di vittoria della candidata, che non si colloca tra le favorite in corsa alle primarie.
Secondo il The New York Times, la candidata non si è nemmeno contraddistinta nel corso del dibattito se non nelle risposte riguardanti la politica estera, un punto forte visto il suo passato nell’esercito.
Gabbard vanta più di un primato: è stata il primo membro del Congresso ad avere origini samoane e la prima donna reduce di guerra a diventare deputata, nel 2012. Ha fatto parte dell’esercito e ha prestato servizio in Iraq e in Kuwait.
In occasione delle Primarie del 2016 aveva dato il suo endorsement a Bernie Sanders mentre, nello scontro per la conquista della presidenza del partito, si era schierata con l’outsider Keith Ellison.
Nel 2017 è stata criticata per avere avuto un colloquio con Bashar al Assad durante un viaggio in Siria: si era giustificata affermando che era pronta a incontrare chiunque potesse essere decisivo per mettere fine alla guerra in Siria.
Inizialmente anti-abortista e contro i matrimoni dello stesso sesso, ha poi cambiato posizione diventando una sostenitrice di una linea pro-choice e favorevole ai matrimoni gay.
La sua candidatura si aggiunge a quella del senatore Cory Booker, della senatrice Kamala Harris e della senatrice Elizabeth Warren.
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