Una condanna a morte eseguita ieri in Texas e un’altra prevista per oggi nello Utah: sono già 11 le esecuzioni portate a termine quest’anno negli Stati Uniti, che domani potrebbero diventare 12.
Il 54enne Arthur Lee Burton, condannato a morte per omicidio nel 1997, è stato giustiziato ieri tramite iniezione letale nel penitenziario di Huntsville, nella contea di Walker, in Texas. L’uomo, dichiarato morto alle 18,47 ora locale (l’1,47 di questa notte in Italia), era stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di Nancy Adleman, madre di tre figli, aggredita mentre faceva jogging vicino a casa a Houston nel luglio del 1997 e poi strangolata con i lacci delle sue stesse scarpe.
I legali di Burton si erano rivolti alla Corte Suprema per una sospensione della pena di morte, sostenendo che il detenuto fosse “intellettualmente disabile”, ma i giudici hanno respinto la richiesta. Si tratta della terza esecuzione avvenuta in Texas dall’inizio dell’anno e l’undicesima a livello nazionale negli Stati Uniti.
Un’altra è invece prevista per oggi nello Utah, la prima in 14 anni. Il 48enne Taberon Honie dovrebbe infatti essere giustiziato, sempre tramite iniezione letale, a Salt Lake City intorno alla mezzanotte (le 8,00 di domani mattina in Italia). L’uomo era stato condannato a morte nel 1998 per la violenza sessuale e l’omicidio della madre della sua ex ragazza.
Se la pena non dovesse essere sospesa, si tratterà della 12esima esecuzione avvenuta negli Usa dall’inizio del 2024. L’ultima registrata nello Utah risale al 2010 quando un condannato fu fucilato. La pena di morte è stata abolita in 23 dei 50 stati federati americani. In altri sei, Arizona, California, Ohio, Oregon, Pennsylvania e Tennessee, è in vigore una moratoria sulle esecuzioni.