Il segretario di stato degli Stati Uniti, Mike Pompeo, ha annunciato che Washington “eserciterà pressioni finanziarie senza precedenti” sull’Iran, annunciando “le più forti sanzioni della storia”.
L’avvertimento arriva a circa due settimane dal ritiro degli Usa dall’accordo sul nucleare con Teheran, deciso dal presidente Trump.
L’Iran “non avrà mai più carta bianca per dominare il Medio Oriente”, ha sottolineato Pompeo in un discorso tenuto nella sede della Heritage Foundation, think thank conservatrice.
Il segretario di stato americano ha accusato Teheran di fornire “milioni di dollari a gruppi armati all’estero” e ha detto che il paese deve scegliere se inviare le proprie truppe all’estero o distruggere la sua economia”.
Pompeo non si è detto contrario a un nuovo accordo, ma “l’Iran deve rivelare all’Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica) tutte le sue attività nucleari”.
“Qualsiasi accordo deve garantire che Teheran non acquisisca armi nucleari”, ha aggiunto.
Secondo il segretario di stato, inoltre, “il popolo iraniano non vede l’ora di cambiare e di ottenere la libertà”.
“Ci sono torture documentate in Iran”, ha detto Pompeo, secondo cui Teheran “deve smettere di sostenere il terrorismo” e di “sviluppare i suoi programmi missilistici”.
Secondo il segretario di Stato, se l’Iran dovesse rispettare queste condizioni, allora Washington è pronta a revocare le sanzioni.
Il numero uno della diplomazia americana ha stilato una lista di 12 richieste a Teheran, tra cui il ritiro delle proprie truppe dalla Siria.
“Siamo pronti ad ad aiutare l’economia dell’Iran se il regime cambia le proprie azioni”, ha detto Pompeo.
Lo strappo degli Stati Uniti sull’accordo sul nucleare ha messo in allarme i governi europei, mentre Cina e Russia hanno espresso la loro delusione.
Israele e Arabia Saudita, invece, hanno accolto con favore la decisione di Trump.
L’accordo sul nucleare con l’Iran era stato firmato nel 2015 dall’allora presidente Barack Obama e da Cina, Russia, Germania, Francia e Regno Unito.
L’intesa, abbandonata per ora solo dagli Usa, prevede che Teheran limiti le sue attività nucleari in cambio della revoca di gravi sanzioni economiche.
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