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    Usa, iniziato il processo d’impeachment contro Trump per i fatti di Capitol Hill. Il Tycoon è già furioso con i suoi avvocati

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 10 Feb. 2021 alle 08:21 Aggiornato il 10 Feb. 2021 alle 16:55

    Usa, è iniziato il secondo impeachment contro Trump

    È iniziato ieri a Washington il processo d’impeachmment contro Donald Trump, il secondo che l’ex presidente degli Stati Uniti affronta in poco più di un anno: questa volta l’accusa è di “incitamento all’insurrezione” per i fatti di Capitol Hill del 6 gennaio scorso, quando un gruppo di suoi sostenitori ha assalito il Congresso che stava ratificando la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 3 novembre scorso. Un’insurrezione violenta in cui decine di persone sono rimaste ferite e cinque hanno perso la vita. La Camera dei rappresentanti aveva approvato l’impeachment di Trump lo scorso 13 gennaio.

    Al Senato di Washington il dibattito andrà avanti per tutta la settimana: dopo il voto di ieri sulla costituzionalità del procedimento nei confronti di un ex presidente, a partire da oggi l’accusa e la difesa avranno a disposizione 16 ore di intervento, distribuite su due giorni. I senatori avranno anche 4 ore a disposizione per interrogare l’accusa (la commissione di deputati della Camera che riassume i termini dell’incriminazione) e la difesa, ovvero gli avvocati di Trump.

    Le votazioni finali avranno inizio la prossima settimana, ma l’impeachment quasi certamente non passerà: la stragrande maggioranza dei repubblicani, 44 senatori su 50, ha già fatto sapere che voterà contro la messa in stato d’accusa del presidente. E affinché l’impeachment passi è necessaria la maggioranza qualificata, ovvero due terzi della Camera alta (67 senatori su 100). I dem, che controllano il Senato, godono di soli 50 seggi, e dovrebbero convincere altri 17 senatori del Gop a votare a favore: per ora invece solo sei repubblicani si sono schierati contro Trump.

    Com’è andato il primo giorno di processo

    Gli schieramenti sono già evidenti: i congressmen che difendono l’ex inquilino della Casa Bianca sono gli stessi che durante la seduta di ieri hanno votato per l’incostituzionalità del processo, 44. Intanto, come riporta la Cnn, Donald Trump sarebbe comunque furioso con i suoi legali per la performance al Day-1 del processo, anche se non era in discussione che la costituzionalità del procedimento sarebbe stata approvata, proprio perché, affinché passasse, bastava una maggioranza semplice.

    Eppure secondo i senatori repubblicani del Texas, John Cornyn e Ted Cruz, che pure hanno votato contro la costituzionalità del processo, la difesa di Trump è stata caotica e inconsistente. I due avvocati nominati in corsa, David Schoen e Bruce Castor, sono entrambi esperti di diritto penale ma nessuno di loro è un costituzionalista. Castor è un ex procuratore distrettuale della Pennsylvania. Schoen, avvocato in Alabama, è un commentatore televisivo ed è stato advisor legale dello storico amico di Trump, Roger Stone, condannato per aver mentito in Congresso.

    Impeachment contro Trump: l’accusa e la difesa

    Tra le prove dell’accusa contro il Tycoon, accusato di “incitamento all’insurrezione”, c’è il comizio tenuto da Trump ai suoi sostenitori radunati la mattina del 6 gennaio davanti alla Casa Bianca, che si ritiene abbia spinto i manifestanti a fare irruzione in Campidoglio; i filmati dell’aggressione alle forze dell’ordine e ai parlamentari che sono emersi nei giorni successivi all’assalto; il bilancio delle vittime, la fuga di deputati e senatori e delle massime autorità dello Stato, tra cui il vicepresidente Mike Pence e la presidente della Camera Nancy Pelosi, messi in pericolo dai militanti di Trump, e il bivacco degli assalitori dentro il Congresso.

    I suoi difensori punteranno sul fatto che nessuna delle parole pronunciate dall’ex presidente nel comizio era un invito esplicito a commettere violenza. Gli avvocati del Tycoon vogliono dimostrare che si è trattato di azioni di “un piccolo gruppo di criminali”. E probabilmente sarà questa tesi ad avere la meglio. L’impeachment finirà quasi sicuramente in un nulla di fatto, un aspetto che ad alcuni farà sembrare l’intero processo una perdita di tempo, anche perché neppure l’esclusione di Trump dai pubblici uffici in futuro, che richiede un voto separato, con queste premesse, sarà approvata.

    Le possibili conseguenze del processo di impeachment

    Proprio nel periodo in cui il presidente Joe Biden ha una fitta agenda di provvedimenti da far approvare in Congeresso, la Camera alta sarà completamente risucchiata da Donald Trump. Inoltre il mancato impeachment potrebbe essere letto come un doppio flop dei dem e usato dai repubblicani per argomentare la tesi che quella contro l’ex presidente è una persecuzione di parte. Un meccanismo in cui il Gop, spaccato dopo i fatti di Capitol Hill e la campagna portata avanti da Trump contro il risultato delle elezioni presidenziali, potrebbe ritrovare la compattezza perduta.

    Eppure per molti democratici, ancora traumatizzati dalle immagini violente di Capitol Hill come buona parte del Paese, era importante che l’ex presidente non restasse impunito: non procedere a nessun tipo di atto sanzionatorio avrebbe creato un precedente pericoloso. Molti hanno sentito l’obbligo morale e politico di far corrispondere ad azioni tanto gravi, conseguenze altrettanto gravi. Ma il processo potrebbe rimanere solo un atto simbolico.

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